Riassunto
La fauna carcinologica, associata ad alghe coralline e coralli, delle formazioni calcaree dell’Eocene inferiore dei Monti Lessini orientali, comprende numerosi crostacei brachiuri e anomuri studiati soprattutto in tempi recenti. La presente nota prende in considerazione due parthenopidi provenienti da questi livelli: Montemagambrus corallinus n. gen., n. sp. (Parthenopiidae) di Monte Magrè di Schio (Vicenza) e Daldorfia eocaena Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007 (Daldorfiidae) di contrada Gecchelina di Monte di Malo (Vicenza). Le due specie sono rappresentate dal solo olotipo.
Abstract
Parthenopoidea (Decapoda, Brachyura) from the early Eocene of the Eastern Lessini Mountains (Vicenza, NE Italy)
The carcinological fauna, associated to coralline-algae and corals, of the limestone formations from the early Eocene of the Eastern Lessini Mountains includes numerous brachyuran and anomuran crabs reported recently. Subject of the present note are two parthenopids coming from these levels: Montemagambrus corallinus n. gen., n. sp. (Parthenopiidae) from Monte Magrè of Schio (Vicenza) and Daldorfia eocaena Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007 (Daldorfiidae) from Gecchelina of Monte di Malo (Vicenza). The two species are represented by only the holotype.
Introduzione
Gli esemplari fossili esaminati provengono dai Monti Lessini orientali (Vicenza, Italia nordorientale) e precisamente da contrada Gecchelina di Monte di Malo e Monte Magrè di Schio (Vicenza) (Fig. 1). Questi giacimenti sono noti per la presenza di formazioni di bioherma ad alghe coralline, coralli e resti di crostacei, incluse tra i calcari nummulitici ypresiani (Beschin et. al., 2007; De Angeli & Garassino, 2002; De Angeli & Ceccon, 2012, 2013a, b, 2014, 2015, 2016a, b, 2017; Ceccon & De Angeli, 2013). Questa carcinofauna ypresiana dei Lessini orientali è ricca di generi e specie rappresentate per lo più da carapaci (probabili exuvie) e chelipedi isolati, conservati all’interno di rocce calcaree dure e compatte. La fauna ha contribuito in modo esaustivo alle conoscenze filogenetiche dei decapodi di ambiente corallino che vissero nei mari della Tetide europea tra il Cretaceo superiore-Paleocene di Danimarca, Svezia e Austria e le formazioni dell’Eocene superiore e dell’Oligocene di Ungheria, Germania e Italia (Checchia-Rispoli, 1905; Di Salvo, 1933; Müller & Collins,1991; Collins& Jakobsen, 1994; Beschin et al., 2001; De Angeli & Garassino, 2002; Verhoffet. al., 2007; De Angeli & Beschin, 2008). La presente nota descrive un nuovo genere e specie di Parthenopidae dell’Eocene inferiore di Monte Magrè di Schio e riesamina le caratteristiche di Daldorfia eocaenica Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007 di contrada Gecchelina di Monte di Malo (Vicenza).
Parte sistematica
Gli esemplari esaminati sono depositati al Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (MCZ) e presso il Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (MCV). Le misure sono espresse in millimetri. Per l’inquadramento sistematico si sono seguite le impostazioni proposte da Schweitzer et al. (2010).
Ordine Decapoda Latreille, 1802
Infraordine Brachyura Latreille, 1802
Sezione Eubrachyura de Saint Laurent, 1980
Superfamiglia Parthenopoidea MacLeay, 1838
Famiglia Parthenopidae MacLeay, 1838
Genere Montemagambrus n. gen.
Specie tipo: Montemagambrus corallinus n. sp.
Origine del nome: Montemagambrus (m.) dall’insieme di Monte Magrè, località da cui proviene l’olotipo studiato e Lambrus, comunemente usato come suffisso a molti generi di questa famiglia.
Diagnosi – La stessa della specie tipo.
Montemagambrus corallinus n. sp.
Fig. 2a-c
Olotipo: MCV.18/03, raffigurato in Fig. 2
Località tipo: Monte Magrè di Schio (Vicenza).
Livello tipo: Eocene inferiore (Ypresiano).
Origine del nome: corallinus –a (lat.) riferito all’ambiente corallino in cui viveva quando era in vita.
Materiale e dimensioni: il solo olotipo incompleto della parte branchiale sinistra, in matrice calcarea (larghezza del carapace: 17,0 mm; lunghezza del carapace: 16,0 mm; larghezza orbito-frontale: 9,2 mm).
Diagnosi
Carapace subtriangolare, superficialmente convesso in entrambe le sezioni; leggermente più largo che lungo, più ampio nella parte posteriore; margine frontale con due spine piatte, margini sopraorbitali concavi e con due strette fessure; margini epatici convessi e con corti denti arrotondati; margini epibranchiali con un largo dente, margini mesobranchiali convergenti e con corti denti arrotondati; regioni dorsali bene distinte e rilevate; regione frontale ampia e depressa nella parte mediana; regioni proto- e mesogastrica chiaramente differenziate; regioni protogastriche prominenti e con creste e tubercoli; regioni epatiche depresse; regioni branchiali con due rilievi epibranchiali.
Diagnosis
Subtriangular carapace, superficially convex in both sections; slightly wider than long; widest in the posterior part; frontal margin with two flat spines; supraorbital margin concave, and with two narrow fissures; hepatic margins convex, and with short rounded teeth; epibranchial margins with a wide tooth; mesobranchial margins convergent, with rounded teeth; dorsal regions well defined and inflated; frontal region ample and depressed in the median part; proto- and mesogastric regions clearly differentiated, protogastric regions inflated with ridges and tubercles; hepatic regions depressed; branchial regions with two epibranchial reliefs.
Descrizione
Carapace di contorno triangolare, superficialmente convesso in entrambe le sezioni, poco più largo che lungo, maggiormente allargato nella parte posteriore. La fronte è estesa oltre le orbite; il margine frontale è curvo e porta due spine piatte, separate da una acuta incisione frontale. Ai lati delle spine frontali fanno seguito alcuni piccoli tubercoli. Le orbite sono ovali, disposte lateralmente; i margini sopraorbitali sono leggermente concavi e in rilievo, interrotti da due strette fessure. I margini anterolaterali sono lunghi e obliqui; i margini epatici sono convessi e provvisti di alcuni corti denti arrotondati; i margini epibranchiali portano un largo dente piatto che evidenzia il punto di massima ampiezza del carapace; i margini mesobranchiali sono convessi, convergenti e provvisti di denti arrotondati. Il margine posteriore non è conservato. Le regioni dorsali sono rilevate e distinte da solchi o depressioni poco profonde. La regione frontale è ampia e depressa nella parte mediana; le regioni protogastriche e mesogastrica sono chiaramente differenziate da solchi poco profondi; le regioni protogastriche sono molto bombate e caratterizzate da una cresta mediana trasversale con sei tubercoli spinosi e da una seconda cresta, più corta e disposta longitudinalmente, con due tubercoli; altri tubercoli sono presenti posteriormente alla cresta mediana. La regione mesogastrica è di contorno ovale, meno elevata e ben distinta dalle regioni protogastriche e porta due tubercoli sulla parte mediana; la metagastrica è larga, poco bombata e con un tubercolo mediano; la urogastrica è piccola e depressa; la cardiaca è larga e di contorno ovale, bombata superficialmente e con due tubercoli. Le regioni epatiche sono poco sviluppate e depresse, le branchiali presentano due rilievi epibranchiali. La superficie dorsale è ornata da piccole granulazioni. Le altre parti del corpo non sono conservate.
Osservazioni
La superfamiglia Parthenopoidea è suddivisa nelle due famiglie Parthenopidae MacLeay, 1838 e Daldorfiidae Ng & Rodriguez, 1986 ed è stata recentemente revisionata da Tan (2004) e Tan & Ng (2007a, b). L’elenco dei generi e specie viventi è stato fornito da Ng et al. (2008) e De Grave et al. (2009). Le specie fossili sono invece state trattate da Schweitzer et al. (2010) e Tan & Ng (2007a, b) hanno rivisto le caratteristiche morfologiche dei generi e delle specie viventi.
L’esemplare, anche se incompleto della parte branchiale sinistra, presenta forma del carapace ben distinta dalle specie fossili note. Alcune affinità si notano con i rappresentanti del genere Parthenope Weber, 1795, conosciuto da specie viventi e fossili e presente anche nell’Eocene del Veneto con P. nummulitica (Bittner, 1875) e P. menini Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2016, che hanno margini laterali convessi e dentati. Parthenope è tuttavia caratterizzato dalla fronte molto più stretta e regioni branchiali con due creste granulate (De Angeli & Beschin, 2010; Beschin et al., 2016).
I Parthenopidae viventi sono stati trattati da vari autori e tra questi ricordiamo Rathbun (1935); Williams(1979); Tan et al. (1999) e Tan & Ng (2003). Il confronto tra Montemagambrus n. gen. e i viventi parthenopidi, i cui generi e specie sono stati descritti e illustrati in Tan (2004) e Tan & Ng (2007a), non ha rivelato forme con caratteri del carapace simili alla specie vicentina.
Il genere Neikolambrus Tan & Ng, 2003 (specie tipo: N. polemistes Tan & Ng, 2003, della Nuova Caledonia) possiede il carapace subtriangolare, margini laterali convessi e dentati, margini epatici con corti denti arrotondati, fronte ampia e depressa sulla parte mediana come Montemagambrus n. gen., tuttavia la specie della Nuova Caledonia ha regioni protogastriche e mesogastrica non chiaramente differenziate e regioni protogastriche meno rilevate, senza creste tubercolate; inoltre la superficie dorsale è ricoperta di tubercoli.
Montemagambrus corallinus n. gen., n. sp., rappresenta una forma primitiva di parthenopide caratterizzata dal contorno triangolare allargato nella porzione posteriore come i rappresentanti di questa famiglia. La presenza di un’ampia regione frontale con margine provvisto di due spine piatte e del cefalotorace con margini laterali convessi e dentati, senza estensioni laterali, regioni protogastriche molto bombate e con file di tubercoli spinosi lo distingue dagli altri generi fossili e viventi conosciuti. Sulla base dei caratteri sopra elencati si giustifica la descrizione di un nuovo genere e di una nuova specie.
Famiglia Daldorfiidae Ng & Rodriguez, 1986
Genere Daldorfia Rathbun, 1904
Specie tipo: Cancer horridus Linnaeus, 1758
Daldorfia eocaena Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2007
Fig. 3a-b
2007 Daldorfia eocaena Beschin et al., p. 33, t. 4, Fig. 1
2010 Daldorfia eocaena Beschin et al. – De Angeli & Beschin, p. 112
2010 Daldorfia eocaena Beschin et al. – Schweitzer et al., p. 97
Materiale
Esemplare MCZ.1855-I.G.296672 (olotipo) dell’Eocene inferiore di Gecchelina di Monte di Malo (già esaminato in Beschin et al., 2007) (dimensioni: larghezza del carapace: 20,4 mm; lunghezza del carapace: 12,3 mm; larghezza del margine orbito-frontale: 5,8 mm).
Osservazioni
Daldorfia eocaena è stata descritta sulle caratteristiche del solo olotipo dell’Eocene inferiore di contrada Gecchelina di Monte di Malo (Vicenza), incompleto della parte posteriore (Beschin et al., 2007). Il riesame della specie vuole mettere meglio in evidenza le caratteristiche morfologiche di questa specie, soprattutto per quanto riguarda la conformazione dei margini laterali; è stato inoltre fornito una ricostruzione del carapace ricavata dall’olotipo.
Daldorfia eocaena è caratterizzata da carapace subtriangolare, convesso superficialmente, molto allargato nella parte posteriore. Il margine frontale è poco esteso, inciso nella parte mediana, provvisto di tubercoli e con apice diretto verso il basso. Il margine epatico è convesso e bene definito dalla incisione del solco cervicale; il margine epibranchiale porta quattro denti triangolari; il margine posterolaterale è molto convergente e con alcuni denti metabranchiali; gli angoli anterolaterali sono fortemente estesi lateralmente e provvisti di tubercoli; il margine posterolaterale è fortemente convergente; il posteriore è incompleto; le regioni dorsali sono in rilievo e ornate da granulazioni, bene definite da depressioni lisce; le regioni protogastriche sono grandi, molto bombate e con un rilievo trasversale granulato; la regione mesogastrica è subtriangolare.
Daldorfia eocaena possiede affinità con D. fabianii Beschin, De Angeli & Checchi, 2001 dell’Oligocene inferiore di Monte Grumi di Castelgomberto (Vicenza) che si distingue per le regioni protogastriche prive di rilievo trasversale, regioni branchiali con protuberanze più ampie, margini anterolaterali senza spine, processo dell’angolo laterale meno esteso e regioni dorsali ornate da rugosità (Beschin et al., 2001).
Daldorfia Rathbun, 1904 comprende 12 specie viventi con distribuzione indo-pacifica (Tan & Ng, 2007b) e conta 5 specie fossili distribuite dall’Eocene inferiore al Miocene (Schweitzer et al., 2010). Daldorfia eocaena è la specie più antica di questo genere per il record fossile; la sua presenza nelle rocce ypresiane venete suggerisce che il taxon possa essersi diffuso nell’Eocene inferiore del bacino europeo della Tetide.
I Parthenopoidea del Terziario Veneto
La superfamiglia Parthenopoidea è rappresentata nei terreni terziari del Veneto da numerose specie che vivevano in ambienti marini a fondali sabbiosi o in formazioni di bioherma, distribuite dall’Eocene inferiore all’Oligocene inferiore (Tab. 1).
La famiglia Parthenopidae comprende diciannove specie distribuite in dodici generi. Cinque di queste sono dell’Eocene inferiore (Braggilambrus tani De Angeli & Caporiondo, 2016, Eogarthambrus guinotae De Angeli, Garassino & Alberti, 2010, Mesolambrus declinatus Müller & Collins, 1991, M. ypresianus Beschin, Busulini & Tessier, 2015 e Montemagambrus corallinus n. gen., n. sp.), undici dell’Eocene medio [Bittnerilia eocaena (Bittner, 1883), B. dentata Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005, B. granosa Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2016, B. pentagonalis Beschin, De Angeli & Zarantonello, 2013, Eurolambrus mainensis De Angeli & Beschin, 2010, Lessinilambrus paleogenicus Beschin, De Angeli & Zarantonello, 2013, Parthenope chiampensis Beschin, De Angeli & Zarantonello, 2013, P. menini Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2016, P. nummulitica (Bittner, 1875), Pseudolambrus antiquus Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2016 e Rhinolambrus elongatus Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2012], tre dell’Eocene superiore (Ochtholambrus gambillarai Busulini, Beschin & Tessier, 2012, Parthenope nummulitica (Bittner, 1875) e Phrynolambrus corallinus (Bittner, 1893) e uno dell’Oligocene inferiore (Phrynolambrus italicus De Angeli & Beschin, 2008). Solamente Parthenope nummulitica è stata rinvenuta in livelli dell’Eocene medio e superiore (De Angeli & Beschin, 2010).
La famiglia Daldorfiidae è invece conosciuta dalle due specie Daldorfia eocaena Beschin Busulini, De Angeli & Tessier, 2007 dell’Eocene inferiore di contrada Gecchelina di Monte di Malo e Daldorfia fabianii Beschin, De Angeli & Checchi, 2001 dell’Oligocene inferiore di Castelgomberto.
Ringraziamenti
Ringraziamo Viviana Frisone e Bernardetta Pallozzi, rispettivamente Curatrici del Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore e del Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno per avere messo a disposizione per lo studio il materiale conservato presso i loro Musei e due anonimi lettori per la lettura critica del manoscritto e gli utili suggerimenti.
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