Riassunto
Il presente studio segnala nuovi esemplari di Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991 dell’Eocene inferiore e superiore del Veneto. La specie, istituita per il Priaboniano dell’Ungheria, ha probabilmente avuto origine negli ambienti corallini dell’Eocene inferiore del Veneto e successivamente si è diffuso nel Priaboniano dell’Ungheria.
Abstract
Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991 (Crustacea, Decapoda, Pilumnidae) from the Eocene of Veneto (NE Italy)
This study reports new specimens of Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991 from the lower and upper Eocene of Veneto. The species, established for the Priabonian of Hungary, tookorigin in the coralline environments of the lower Eocene of Veneto and spreadinglaterin to the Priabonian of Hungary.
Introduzione
Gli esemplari esaminati sono stati rinvenuti, associati ad alghe calcaree e coralli, in calcareniti dell’Eocene inferiore (Ypresiano) di Zovo di Vestenanova (Verona) e dell’Eocene superiore (Priaboniano) della collina di San Feliciano (Orgiano, Vicenza).
Zovo si trova nei Monti Lessini orientali ed è noto in letteratura per la presenza di numerosi decapodi studiati da De Angeli & Garassino (2014, 2020) e Beschin et al. (2016). La collina di San Feliciano è invece situata nel versante sud-occidentale dei Monti Berici (Orgiano, Vicenza). In questa località per anni è stata attiva da parte della ditta Italcementi una cava per l’estrazione di materiali ad uso edilizio. Lo studio della sezione stratigrafica mediante l’analisi con i nannofossili calcarei ha confermato un’età priaboniana per tutti i livelli della cava (Beccaro, 2003) e nei calcari ad alghe coralline e coralli sono stati recuperati numerosi crostacei. L’elenco della carcinofauna delle due località è stata riportata in De Angeli & Garassino (2006) e De Angeli et al. (2019).
Parte sistematica
Gli esemplari sono depositati presso il Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza) (Acronimo: MCV). Le misure sono espresse in millimetri; nel testo si farà riferimento ai seguenti parametri biometrici: Luc: lunghezza massima del carapace; Lac: larghezza massima del carapace. Per l’inquadramento sistematico si è seguita l’impostazione di Schweitzer et al. (2010).
Ordine Decapoda Latreille, 1802
Infraordine Brachyura Latreille, 1802
Superfamiglia Pilumnoidea Samouelle, 1819
Famiglia Pilumnidae Samouelle, 1819
Genere Budapanopeus Müller & Collins, 1991
Specie tipo: Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991
Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991
Fig. 1 (1-3)
1991 – Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, p. 72, t. 4, ff. 15, 16; t. 5, ff. 2, 7, 14; fig. 4b in testo
2006 – Budapanopeus denticulatus – Karasawa & Schweitzer, p. 47
2010 – Budapanopeus denticulatus – Schweitzer et al., p. 119
2019 – Budapanopeus denticulatus – Beschin et al., p. 109, fig. 88
2021 – Clampethildella spinosa Beschin et al., p. 117, fig. 88, 89 (nov. syn.)
Materiale e misure: un carapace (MCV.21/046-21.20, Luc: 7,0; Lac: 9,5) dell’Eocene superiore dalla collina di San Feliciano (Orgiano, Vicenza) e due carapaci (MCV.21/047, Luc: 8,2; Lac: 10,7; MCV.21/048, Luc: 8,0; Lac: 10,2) dell’Eocene inferiore di Zovo (Vestenanova, Verona).
Osservazioni
La specie è stata istituita da Müller & Collins(1991) sulle caratteristiche di sette carapaci dell’Eocene superiore di Budapest (Ungheria) e per la presenza di rilievi trasversali granulati sulle regioni epatiche è stata confrontata con alcuni generi fossili tra i quali Panopeus senza tuttavia una precisa assegnazione ad una famiglia. Le immagini degli esemplari fornite dagli autori (t. 4, figs. 15, 16; t. 5, figs. 2, 7, 14) sono per lo più rappresentate da carapaci incompleti o poco conservati, tuttavia, la descrizione e la ricostruzione del carapace (fig. 4b in testo) mette bene in evidenza i caratteri morfologici della specie. Karasawa & Schweitzer (2006) e Schweitzer et al. (2010) nel catalogo sistematico delle specie fossili hanno incluso Budapanopeus denticulatus nella famiglia Pilumnidae Samouelle, 1819. Beschin et al. (2018) hanno recentemente segnalato sei carapaci di questa specie per l’Eocene superiore di Parona (Verona) attribuendola alla famiglia Panopeidae. Tuttavia, le parti ventrali e addominali degli esemplari ungheresi, di Parona e quelli segnalati in questa nota, non sono conosciute e quindi si è preferito includere la specie nei Pilumnidae come proposto da Schweitzer et al. (2010).
Le principali caratteristiche fornite da Müller & Collins(1991) e riscontrate anche negli esemplari più completi veneti sono: carapace sub-ellittico con margini anterolaterali arrotondati che formano una curva quasi continua con il margine frontale. La lunghezza del carapace è circa tre quarti della larghezza (Luc / Lac = 0,76). Il margine orbito-frontale occupa circa i quattro quinti della massima larghezza del carapace, mentre la fronte occupa poco più della metà del margine orbito-frontale; si presenta quasi diritta ed incisa nella parte mediana. Le orbite sono ampie, il margine sopraorbitale è concavo, poco distinto dalla fronte e porta due strette e corte fessure. I margini anterolaterali sono corti e presentano un tratto convesso seguito da due spine triangolari; i margini posterolaterali sono più lunghi dei precedenti, convessi e convergenti; il margine posteriore è moderatamente ampio e diritto. Le regioni sono leggermente in rilievo, provviste di granulazioni e definite da tenui solchi. Le regioni epatiche presentano un rilievo trasversale granulato; la regione cardiaca è distinta ai lati dai solchi branchiocardiaci, è larga e con tre tubercoli poco rilevati. Caratteristica della specie è la presenza di granuli spinosi di grandezza uniforme che rivestono i margini anterolaterali e parte dei posterolaterali, comprese le spine anterolaterali, e diventano più fini proseguendo nei margini sopraorbitali e frontale.
Come già espresso in Karasawa & Schweitzer (2006), la posizione sistematica di Budapanopeus denticulatus è attribuibile alla famiglia Pilumnidae. Data la mancanza di parti ventrali sono state considerate le sole caratteristiche dorsali che di norma nei Pilumnidae hanno il carapace con lunghezza di circa 70-80 percento della massima larghezza; margine orbito-frontale ampio, fronte diritta e incisa nella parte mediana, margini sopraorbitali poco distinti dalla fronte e margini laterali e anteriori spesso provvisti di spine.
Gli esemplari studiati corrispondono alla descrizione e illustrazioni fornite da Müller & Collins(1991) soprattutto per le regioni definite da tenui solchi e provviste di granulazioni, margini anterolaterali con un tratto curvo e due spine triangolari e soprattutto la presenza di granuli spinosi nei margini laterali, orbitali e frontale che si mostrano osservabili in particolare nell’esemplare di San Feliciano [Fig. 1(1)], ma anche in quelli di Zovo con margine ben conservato [Fig. 1(2-3)].
Beschin et al. (2021) hanno istituito il genere Clampethildella (tipo: C. spinosa Beschin, Busulini & Tessier, 2021) sulle caratteristiche di due carapaci dell’Eocene inferiore di Altissimo, Vicenza, attribuendolo alla famiglia Mathildellidae Karasawa & Kato, 2003. Gli autori hanno confrontato gli esemplari studiati con i rappresentanti di Branchioplax Rathbun, 1916, giustificando l’istituzione del nuovo genere per il minor numero di spine anterolaterali e per una sola fessura
sopraorbitale. Tuttavia, la descrizione e le illustrazioni della specie di Altissimo concordano con quelle fornite di Müller & Collins (1991) e quindi Clampethildella spinosa Beschin, Busulini & Tessier, 2021 va considerata come sinonimo di Budapanopeus denticulatus Müller & Collins, 1991.
Budapanopeus denticulatus ha probabilmente avuto origine negli ambienti corallini ypresiani dei mari della Tetide dell’Europa meridionale. Durante il Priaboniano la specie ha continuato ad esistere nei mari veneti e si è diffusa negli ambienti corallini dell’Ungheria.
Ringraziamenti
Si ringrazia Bernardetta Pallozzi, Curatrice del Museo Civico “D. Dal Lago” di Valdagno (Vicenza) per avere messo a disposizione per lo studio il materiale conservato presso il Museo; Livia Beccaro, Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, per le informazioni stratigrafiche relative ai Monti Berici e due anonimi lettori per la lettura critica del manoscritto.
Bibliografia
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