Riassunto
Viene descritta la nuova specie Calocarides arzignanensis n. sp. (Crustacea, Decapoda, Axiidea) dell’Eocene medio di cava “Main” di Arzignano (Vicenza, Italia nordorientale). L’attribuzione al genere Calocarides è basata sulle caratteristiche del propodo di chelipede che ha forma e orna-mentazione simile alle specie viventi di questo genere. Calocarides arzignanensis n. sp. rappresen-ta la prima segnalazione fossile di questo genere.
Abstract
Calocarides arzignanensis n. sp., new macrura crustacean (De-capoda, Axiidea) from the middle Eocene of “Main” quarry at Arzignano (Vicenza, Northern Italy).
Calocarides arzignanensis n. sp. (Crustacea, Decapoda, Axiidea) from the middle Eocene of “Main” quarry at Arzignano (Vicenza, Northern Italy) is described. The attribution to the genus Calocarides is based on the characteristics of the propodus of cheliped that has shape and ornamentation similar to the living species of this genus. Calocarides arzignanensis n. sp. represents the first fossil recovery of this genus.
Introduzione
I crostacei cenozoici del Veneto sono stati oggetto di numerosi studi da parte di paleontologi italiani e stranieri fin dai primi decenni dell’Ottocento. Nei recenti anni, grazie soprattutto al recupero di nuovi materiali da parte di collaborato-ri del Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore, il numero delle specie segnalate nel territorio è notevolmente aumentato. Il catalogo sistema-tico dei crostacei cenozoici della provincia di Vicenza e le correlazioni con le forme venete è stato fornito da Fabiani (1910), De Angeli & Beschin (2001) e aggiornato da De Angeli & Garassino (2006). Gli Axiidea Huxley, 1879 sono macruri rappresentati nel cenozoico del Veneto da numerose specie fossili co-nosciute per le parti fortemente calcificate come i chelipedi e i pereiopodi men-tre il carapace o l’intero corpo sono raramente conservati. Le forme finora note appartengono alle famiglie Axiidae Huxley, 1879, Callinassidae Dana, 1852 e Ctenochelidae Manning & Felder, 1991. La presente nota descrive una nuova specie di Axiidae dell’Eocene medio di cava “Main” di Arzignano (Vicenza) sulla base delle caratteristiche dei soli propodi e dattili di chelipedi che hanno forma e ornamentazione assimilabile alle specie viventi del genere Calocarides Wollebaek, 1908.
Cenni geologici e stratigrafici
Gli esemplari studiati provengono dalla cava “Main”, ubicata sulla sinistra idrografica della valle del Torrente Chiampo, sul versante meridionale del Monte Main, a nord di Arzignano (Vicenza) (Fig. 1). La cava, dismessa e in fase di ripristino ambientale, si trova inserita all’interno di una fossa tettonica paleogenica fortemente subsidente (semigraben) che ha favorito l’inclusione di particolari facies tra la sedimentazione calcarea nummulitica. In questa fossa andarono a depositarsi i prodotti vulcanici riguardanti le prime fasi del vulcane-simo berico-lessineo che fu particolarmente attivo dal Paleocene superiore fino alla fine dell’Eocene medio (Piccoli, 1966; Barbieri et al. 1991).
La cava è stata oggetto di analisi biostratigrafiche e paleontologiche da parte di Barbieri & Zampieri (1992). La sua sezione stratigrafica presenta tre livelli calcarenitici nummulitici intercalati da prodotti vulcanodetritici; il livello più basso, ora non più osservabile per la copertura operata dal ripristino ambienta-le, è stato attribuito all’Eocene inferiore e gli altri due livelli all’Eocene medio. Lo strato fossilifero da cui proviene il materiale studiato si trova tra i due livelli calcarenitici medio-eocenici ed è rappresentato da arenarie vulcanodetritiche grigiastre ricche di fossili di organismi marini ed è correlabile con gli altri gia-cimenti medio-eocenici dell’“Orizzonte di San Giovanni Ilarione”. In passato, quando la cava era attiva, sono stati recuperati numerosi decapodi fossili che sono depositati nelle collezioni del Museo di Storia Naturale di Venezia e del Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore, studiati da Busulini et al. 1982, 1983, 1984 eBeschin et al., 2001. La fauna carcinologica comprendenumerosi anomuri e brachiuri coevi a giacimenti europei (Ungheria, Spagna, Inghilterra) o sono endemici del territorio veneto (Bagnoli et al. 1997).
Parte sistematica
Gli esemplari sono depositati presso il Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza) (Acronimo: MCZ). Le misure sono espresse in millimetri. Per l’inquadramento sistematico si e seguita l’impostazione proposta da De Grave et al. (2009).
Ordine Decapoda Latreille, 1802
Sottordine Pleocyemata Burkenroad, 1963
Infraordine Axiidea Huxley, 1879
Famiglia Axiidae Huxley, 1879
Genere Calocarides Wollebaek, 1908
Specie tipo: Euconaxius coronatus Trybom, 1904, da successiva designazione di Sakai & de Saint Laurent (1989).
Calocarides arzignanensis n. sp.
Fig. 2B, 3 (1-2a-c)
Olotipo: esemplare MCZ.4989-I.G.369.844, raffigurato in fig. 3 (1).
Paratipo: MCZ.4990-I.G.369.845.
Località: Cava “Main” di Arzignano (Vicenza).
Livello tipo: Luteziano (Eocene medio).
Origine del nome: arzignanensis –e (lat.), riferito ad Arzignano, località da cui provengono gli esemplari studiati.
Materiale e dimensioni: due chele in matrice vulcanodetritica grigiastra (MCZ.4989-I.G.369.844, olotipo, propodo destro, lunghezza del propodo: 21,5 mm; lunghezza del palmo: 12,0 mm; altezza del palmo: 11,5 mm; MCZ.4990-I.G.369.845, paratipo, propodo sinistro, lunghezza del propodo: 27,4 mm; lunghezza del palmo: 15,4 mm; altezza del palmo: 11,5 mm).
Diagnosi
Chelipede con propodo lungo e robusto; palmo subcilindrico, più lungo che alto, con superficie esterna convessa e granulata e con una cresta granulata presso il margine inferiore; dito fisso lungo e con margine occlusale dentato; dattilo lungo, curvo e con un dente sviluppato e numerosi piccoli denti sul margine occlusale.
Diagnosis
Cheliped with long and strong propodus; subcylindrical palm, longer that high, with convex and grained external surface, and with a grained crest on the infe-rior margin; fixed finger long, and with toothed occlusal margin; dactylus longer, curved, and with a developed tooth and numerous small teeth on the occlusal margin.
Descrizione
Chelipedi con propodo lungo e robusto; palmo della chela destra di forma subcilindrica, più lungo che alto, con margini superiore e inferiore quasi diritti e paralleli. La superficie esterna è leggermente bombata e provvista di granula-zioni irregolari più sviluppate e numerose sulla parte media-inferiore del palmo e su parte del dito fisso. Sul margine inferiore della superficie esterna del palmo è presente una cresta granulata che continua anche su parte del dito fisso. Il dito fisso è lungo, curvo verso l’alto e con margine occlusale provvisto di 15 piccoli denti arrotondati; il dattilo è più lungo del dito fisso, curvo verso il basso e con margine occlusale provvisto di un dente sviluppato, al quale seguono sulla parte mediana otto piccoli denti arrotondati e termina con un profilo laminare dentellato. Il palmo della chela sinistra è leggermente più grande di quello della chela destra e anch’esso con la superficie esterna densamente granulata e una cresta granulata sul margine inferiore. Il dito fisso è appena curvo e con mar-gine occlusale con un dente mediano convesso e ulteriori piccoli tubercoli. Il dattilo è più lungo del dito fisso e il margine occlusale presenta un dente robu-sto, quattro piccoli denti arrotondati mediani e parte distale di profilo laminare finemente dentellata come il dattilo della chela destra
Osservazioni
Le caratteristiche morfologiche degli Axiidae sono state recentemente trattate da Poore & Collins (2009), Sakai (2011) e Dworschak et al. (2012). Calocari-des è un genere geograficamente ben distribuito nei mari adiacenti alle regionicontinentali, dove abita in tane scavate sul fondo molle alla profondità di poche decine di metri fino a oltre i mille metri (Kensley, 1996).
Calocarides comprende sette specie distribuite nell’Indo-Pacifico [C. chani Ken-sley, Lin & Yu, 2000; C. lev (Zarenkov, 1989); C. longispinis (McArdle, 1901); C. okhotskensis Sakai, 2011; C. quinqueseriatus (Rathbun, 1902); C. rostriserratus Andrade & Baez, 1977; C. soyoi (Yokoya, 1933)] e sette nell’Atlantico occiden-tale [C. capensis Kenley, 1996; C. coronatus (Trybom, 1904); C. laevis (Bouvier, 1915); C. macphersoni Kenley, 1996; C. rudolfi (Zarenkov, 1989); C. tenuicornis De Man, 1905; C. vigilus Sakai, 1992] (Sakai, 2011).
Il genere è caratterizzato dal carapace con rostro triangolare appuntito, margi-ni laterali con una fila di denti che si collega alla carena laterale della regione gastrica, margini anterolaterali di norma senza spine, regione gastrica convessa e con una carena mediana e due carene laterali, solco cervicale interamente pre-sente in tutta la sua lunghezza, pleuriti addominali arrotondati ventralmente, telson subquadrato o più lungo che largo, con margine posteriore convesso; primi pereiopodi con chela maggiore robusta, allungata, coperta di tubercoli, dito fisso e dattilo lunghi e dentati (Kensley, 1996).
Gli esemplari fossili esaminati appartengono a due diversi individui che hanno conservato solamente le chele e l’attribuzione al genere Calocarides si basa so-lamente dal confronto con la forma dei chelipedi delle specie viventi. Le chele fossili hanno infatti conformazione e ornamentazione simile alla specie tipo Ca-locarides coronatus (Trybom, 1904) dei mari della Norvegia, Svezia, Danimarca(Poulsen, 1941; Sakai & de Saint Laurent, 1989; Kensly , 1996) e del Mediterraneo (Cartes et al. 1994; Garcia Raso,1996; Ngoc-Ho, 2003).
Le chele di Calocarides coronatus e quelle di C. arzignanensis n. sp. (Fig. 2A-B) hanno in comune la forma subcilindrica, allungata del propodo, la densa orna-mentazione granulata che ricopre interamente la superficie esterna, la presenza di una cresta granulata sul margine inferiore della del palmo che continua anche sul dito fisso e il dito fisso e il dattilo lunghi e con margini occlusali provvisti di un grosso dente arrotondato, numerosi piccoli denti e parte distale lamina-re (Fig. 3a-c). La lista sistematica delle specie fossili fornita da Schweitzer et al. (2010) non elenca alcun rappresentante del genere Calocarides e da quantoemerso nella letteratura da noi esaminata nessuna specie fossile era finora at-tribuita a questo genere. Calocarides arzignanensis n. sp. rappresenta quindi la prima segnalazione fossile di questo taxon.
Conclusioni
Il genere Calocarides, rappresentato da specie viventi con l’abitudine di scavare gallerie sui substrati bassi e fangosi, era finora sconosciuto nel record fossile e il ritrovamento di C. arzignanensis n. sp., si rivela importante per quanto riguarda la distribuzione stratigrafica degli Axiidea. Gli esemplari studiati conservano le sole chele che sono lunghe, robuste e cosparse di granulazioni e il dito fisso e il dattilo hanno il margine occlusale provvisto di denti arrotondati. La loro conformazione è ben distinta dai Callianassidae e gli altri Axiidae che hanno chele più piatte e lisce o non interamente ornate da granulazioni, mentre invece i Ctenochelidae hanno chele con palmo di forma globosa e dito fisso e dattilo assai lunghi e provvisti di denti aciculari di varie dimensioni. Gli Axiidea ceno-zoici descritti per il territorio del Veneto sono per buona parte conosciute da soli resti di chele; solamente alcuni esemplari provenienti dell’Eocene inferiore della “Pesciara” di Bolca (Verona) conservano anche l’impronta del corpo. Le specie finora note sono:
Famiglia Axiidae Huxley, 1879
Calocarides arzignanensis n. sp. – Eocene medio (cava “Main” di Arzignano, Vi-cenza); Protaxius eocenicus Secretan, 1975 – Eocene inferiore (Bolca, Verona); Protaxius sp. (in Secretan, 1975) – Eocene inferiore (Bolca, Verona) (Secretan,1975, Giusberti et al., 2014).
Family Callianassidae Dana, 1852
“Callianassa” cfr. C. ferox Bittner, 1893 – Eocene medio (Grola di Cornedo Vi-centino, Vicenza); Calliaxina altavillensis Beschin & De Angeli, 2012 – Eocene superiore e Oligocene inferiore (Altavilla Vicentina e Bernuffi di Montecchio Maggiore, Vicenza); Eucalliax vicetina Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2002 – Eocene medio (cava “Main” di Arzignano e Grola di Cornedo Vicen-tino, Vicenza); Eucalliax sp. – Eocene inferiore (Monte Serea di San Giovan-ni Ilariore, Verona); Neocallichirus allegranzii Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005 – Eocene inferiore e medio (Monte Serea di San Giovanni Ilarione, Verona e Grola di Cornedo Vicentino, Vicenza); Neocallichirus cfr. allegranzii Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005 – Oligocene infe-riore (Soghe, Vicenza); Neocallichirus bacatus Busulini, Beschin & Tessier, 2012
– Eocene superiore (Possagno, Treviso); Neocallichirus borensis Beschin, De Angeli, Checchi & Mietto, 2006 – Eocene superiore (Monte di Malo, Vicenza); Neocallichirus fortisi Beschin, Busulini, De Angeli & Tessier, 2002 – Eocenemedio (cava “Main” di Arzignano e Grola di Cornedo Vicentino, Vicenza); Neocallichirus sp. – Eocene superiore (Monte di Malo, Vicenza); Neocallichirus sp. – Eocene inferiore (cava “Rossi” di Monte di Malo, Vicenza); Neocallichirus sp. – Eocene superiore (Possagno, Treviso); Glypturus fraasi (Noetling, 1885) – Eocene medio (Grola di Cornedo Vicentino, Vicenza); Glypturus microspineus (Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005) – Eocene medio (Gro-la di Cornedo Vicentino, Vicenza); Eoglypturus grolensis Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005 – Eocene medio (Grola di Cornedo Vicentino, Vicenza) (Beschin et al., 2002, 2005, 2006, 2007, 2009, 2012; De Angeli & Beschin, 2008; De Angeli et al., 2010; Beschin & De Angeli, 2012; Busulini et al., 2012).
Famiglia Ctenochelidae Manning & Felder, 1991
Ctenocheles fabianii Beschin, Busulini & Tessier, 2013 – Eocene medio (Nan-to, Vicenza); Ctenocheles ornatus Beschin, De Angeli, Checchi & Zarantonello, 2005 – Eocene medio (Grola di Cornedo Vicentino,Vicenza); Ctenocheles pos-sagnoensis Busulini & Beschin, 2009 – Eocene superiore (Possagno, Treviso); Ctenocheles sereaensis Beschin, De Angeli & Zorzin, 2009 – Eocene inferiore(Monte Serea di San Giovanni Ilariore, Verona); Ctenocheles valdellae (Fabiani, 1908) – Eocene medio/Oligocene inferiore (Colle Valdella di Nanto e Montru-glio, Vicenza) e Ctenocheles sp. – Miocene inferiore (Sant’Urbano di Montec-chio Maggiore, Vicenza) (Fabiani, 1908, 1910; Beschin et al., 2005, 2009, 2012; 2013; Busulini & Beschin, 2009; Beschin & De Angeli, 2012).
Ringraziamenti
Ringraziamo la dott.ssa Viviana Frisone, Curatrice naturalista del Museo Civico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza) per avere messo a disposizio-ne per lo studio il materiale conservato presso il Museo, il sig. Riccardo Alberti dell’Associazione Amici del Museo Zannato per avere rinvenuto e preparato uno degli esemplari studiati e due anonimi lettori per la lettura critica e gli utili suggerimenti.
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