Riassunto
Con il presente lavoro viene presentato il risultato della ricerca floristica nelle lame, nelle torbiere, nelle praterie, negli affioramenti rocciosi presenti nei prati, nelle faggete, nei boschi di abete rosso e negli ambienti antropizzati della Foresta del Cansiglio. In base ai dati floristici ottenuti si è anche cercato di stimare il grado di qualità ambientale e la variazione latitudinale dei corotipi.
Tra le specie censite (n° 536) sono numerose quelle di elevato valore scientifico in quanto rare per la flora del bellunese e del Veneto, e perché presenti in numerose Red list europee.
Abstract
This work presents the results of floristic research in the ponds (“lame”), bogs, grasslands, rocky outcrops in the meadows, beech woods, spruce woods and anthropized environments of the Cansiglio Forest. On the basis of the floristic data obtained, we have also tried to estimate the degree of environmental quality and the latitudinal variation of chorotypes. Among the species surveyed (N: 536) numerous are the species of high scientific value since they are rare for the flora of Belluno and Veneto, and because they are in numerous European Red lists.
Introduzione
Oggigiorno viene data grande importanza alla biodiversità, intesa come bene comune da conoscere e tutelare, al fine di mantenere l’equilibrio degli ecosistemi terrestri e marini. La biodiversità infatti rafforza la produttività di qualsiasi ecosistema che voglia durare nel tempo, aumenta la protezione contro i disastri naturali, aumenta il livello della salute sia nelle comunità umane che in quelle animali e vegetali. “La biodiversità, oltre al valore in sé, è importante anche perché è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi ecosistemici. Di questi servizi, che gli specialisti classificano in servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali, beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali” (www.isprambiente.gov.it). Da questa base è nata l’idea del presente lavoro, i cui scopi principali sono:
1- Mettere a disposizione della comunità la banca dati personale che l’autrice ha prodotto in circa 10 anni di rilievi in tutti gli ambienti, sia naturali che antropizzati. La “Foresta del Cansiglio” qui è stata considerata come una entità ecologica, una struttura naturale, non come un territorio delimitato dai confini politici dei due SIC (quello veneto e quello friulano); per questo motivo l’area indagata comprende anche tutta la fascia ecotonale circostante i confini politici stessi, là dove c’è evidente continuum con la Foresta stessa.
2- Confrontare la flora della Foresta del Cansiglio con quella di alcuni paesi europei a Nord di essa, fino al circolo polare artico: quali specie ci accompagnano lungo il percorso e quali ritroviamo al Circolo Polare Artico?
3- Confrontare, per ogni specie, il grado di protezione che esiste a livello locale con quello presente in altri paesi europei. Qual’è il grado di tutela della biodiversità? Interessante la scoperta di specie comuni da noi che altrove sono protette e di altre invece ormai estinte.
4- Valutare il grado di naturalità della flora in oggetto: qual’è stato l’impatto di secoli di utilizzo della Foresta da parte dell’uomo?
Nonostante la Foresta del Cansiglio sia stata oggetto di numerose ricerche floristiche (Associazione Amici del Giardino Botanico, 2001; Bello e Busato, 1985; Borsato, 2011; Busato e Lorenzoni, 1971; Busato, 1964; Caniglia et al., 1985; CFS et al., 2006; CFS, 2015; De March, 1994; Fiamoi, 1985; Lorenzoni et al., 1971; Lorenzoni, 1978; Marchiori et al., 1978; Marchiori e Razzara, 1979; Marchiori e Ros, 1978; Martinelli, 1976; Pavan, 1997; Pavan et al. 2000; Pietriboni, 2001; Razzara et al., 1978; Tomasella et al., 2014; Veneto Agricoltura, 2003; Veneto Agricoltura, 2010), le conoscenze sono piuttosto frammentarie fino al 2016. Con Borsato (2016) si è arrivati a un inquadramento floristico e vegetazionale delle zone umide e delle praterie. Nel presente lavoro viene aggiunta la flora dei boschi di faggio e di abete rosso, degli affioramenti rocciosi delle praterie e infine quella delle zone antropizzate, così da poter avere una visione il più possibile completa ed aggiornata della biodiversità floristica del Cansiglio.
Area di studio
L’area di studio comprende tutta la Foresta del Cansiglio intesa come unità ecologico-strutturale. Essa, dal punto di vista politico, è divisa in due parti appartenenti una al Veneto e una al Friuli Venezia Giulia, protette ai sensi della “Direttiva Habitat” e della “Direttiva Uccelli”:
SIC-ZPS IT3230077 Foresta del Cansiglio-Regione Veneto
SIC IT3310006 Foresta del Cansiglio-Regione Friuli Venezia Giulia.
Entrambi questi siti fanno parte di Rete Natura 2000, hanno un grande valore naturalistico e questo studio vuole essere un contributo alla conoscenza della loro biodiversità floristica.
La superficie del SIC-ZPS veneto è di 5060 ha (Buffa e Lasen, 2010), del SIC friulano è di 2713 ha (http//www.regione.fvg.it). Le provincie interessate sono Belluno (comuni di Alpago e Tambre), Treviso (comuni di Vittorio Veneto e Fregona), e Pordenone (comuni di Budoia e Polcenigo). Il Cansiglio è la porzione più occidentale delle Prealpi Venete-Friulane, facente parte del massiccio del Cansiglio-Cavallo (Cancian et al., 1985). Il Pian Cansiglio si trova al centro dell’Altopiano a circa 1000 m s.l.m., mentre le dorsali che lo circondano raggiungono circa i 1500-1600 m s.l.m. (M. Millifret 1581 m, M. Croseraz 1694 m) (Foglio 012, 1:25000, Tabacco). Le rocce che costituiscono questo altipiano sono per lo più prequaternarie, formatisi tra il Cretaceo medio-sup. e il Paleocene sup.. Rari sono invece i depositi morenici del ghiacciaio del Piave (per es. in loc. Palughetto), le torbe (nelle torbiere inattive di Palughetto e di Pian delle Code) e i depositi fluvioglaciali (nella porzione più ad Est di Valmenera) (Cancian et al., 1985). La maggior parte delle rocce presenti al centro dell’altopiano, nella porzione veneta, sono il risultato di una sedimentazione in ambiente marino profondo (si sono originate così la scaglia grigia e la scaglia rossa, entrambe calcari marnosi); i calcari presenti nella parte friulana invece offrono bellissimi esempi di calcari organogeni (per es. calcari a coralli e calcari a rudiste) testimoni di una scogliera a coralli e molluschi lì presente nell’era secondaria. Durante l’era terziaria, con l’orogenesi alpina, c’è stato l’innalzamento e il corrugamento di queste rocce sedimentarie. Ora il Pian Cansiglio corrisponde a una sinclinale con asse diretto NNE-SSO, i cui fianchi coincidono con i fianchi della sinclinale stessa e la parte centrale, con strati orizzontali, corrisponde al nucleo della piega (Cancian et al., 1985). Per questo motivo l’altopiano ha la forma di un catino, che è stato poi approfondito dal fenomeno carsico, qui molto attivo nella formazione di doline, inghiottitoi (localmente chiamati “Bus”), carsismo a blocchi, pozzetti carsici e grotte. Sopra questo substrato carbonatico si sono sviluppati molti tipi di suoli a riguardo dei quali si veda Garlato e Borsato, 2016. Per lo studio del clima si sono utilizzati i dati forniti dall’ARPAV (Dipartimento regionale sicurezza del territorio e Ufficio Validazione dati e Climatologia) e provenienti dalla centralina posta in loc. Tramedere (Borsato, 2016).
Dai dati climatici (Borsato, 2016) si possono trarre molte informazioni utili per spiegare l’attuale flora presente in Cansiglio. Le precipitazioni sono per quasi tutto l’anno superiori a 100 mm/mese e hanno andamento equinoziale. Le temperature sono tendenzialmente basse, con la media del mese più caldo (luglio) di 15,5°C e quella del mese più freddo (gennaio) di -3,7°C. Per quanto riguarda le gelate, tra quelle sicure e quelle probabili, esse possono avvenire quasi tutto l’anno tranne che in luglio: ciò è dovuto alla forma a catino dell’altopiano del Cansiglio, nel cui fondo viene trattenuta l’aria fredda che scende dai versanti circostanti. Questa è la causa del particolare fenomeno dell’inversione termica, che ha determinato anche l’inversione della vegetazione. In Cansiglio, a partire dalle quote più basse e salendo lungo i versanti, troviamo:
– praterie secondarie (di origine antropica) con la vegetazione azonale delle lame e delle torbiere,
– fascia a Juniperus communis e Berberis vulgaris, ridotta a pochi relitti,
– boschi di abete rosso, a volte frutto di rimboschimenti,
– boschi di faggio, che rappresentano la vegetazione climax.
Per quanto riguarda l’umidità, l’umidità relativa media mensile oscilla tra l’80- 90% durante tutto l’anno e quindi viene confermata l’abbondanza delle precipitazioni. Un fenomeno atmosferico fortemente caratterizzante il Cansiglio è la nebbia, la cui formazione, in ogni mese dell’anno, è dovuta al fatto che la temperatura media delle minime (T min) è sempre inferiore alla temperatura del punto di rugiada (dt)( Fig. 1) (Borsato, 2016).
Il macroclima della zona, secondo Walter e Lieth (1960), è definito umido, con stagione fredda, montano (Borsato, 2016). In Tomasella et al. (2014), dai dati climatici sono stati determinati bioclima, termotipo e ombrotipo (Rivas- Martinez & RivasSaenz, 1996-2009) che sono rispettivamente oceanico (sottotipo semicontinentale), orotemperato e iperumido, che dal punto di vista vegetazionale corrispondono al mosaico prealpino orientale delle faggete basofile sub-montane-altimontane (Buffa et al. 2010; Poldini e Vidali, 2010).
Materiali e metodi
Flora
L’indagine floristica è stata condotta in tutta la Foresta del Cansiglio, come già accennato precedentemente, quindi sia nella porzione veneta che in quella friulana. Poiché alcuni lembi di Foresta sono al di fuori dei confini politici dei 2 SIC, si è ritenuto di includerli comunque nella ricerca perché si è voluto studiare il “luogo naturale”, “l’entità ecologico-strutturale” e non il luogo delimitato da confini geografico-politici imposti da scelte antropiche. Inoltre vengono incluse anche le specie rinvenute nella sottile fascia che contorna la Foresta del Cansiglio, che molto probabilmente un tempo faceva parte della Foresta stessa ma che ora ha un aspetto diverso a causa del lungo e forte impatto umano. Gli ambienti indagati sono stati: boschi di faggio e di abete rosso, siepi, prati-pascoli e affioramenti rocciosi in essi presenti, zone umide, ambienti ruderali, tagli/schiarite, strade forestali e bordi di quelle asfaltate, aree oggetto di rimboschimenti. Le quote dei rilievi vanno da circa 900 m s.l.m. (Valmenera) a 1500 m s.l.m. (M. Millifret). Nella tabella n° 2 le specie sono riportate in ordine alfabetico e per ognuna vengono indicate: presenza della specie nei siti in cui è stata trovata, presenza a Nord (fino al Circolo polare Artico) del Cansiglio, livello di rischio di estinzione locale e nei vari paesi europei (liste rosse), specie sinantropiche ed aliene. Per la stesura della check-list si sono utilizzati i dati riportati in Borsato (2016, 2017), integrati da nuovi rilievi dell’autrice, avvenuti in un arco di tempo che va dal 2010 al 2020. A questi si sono aggiunte n° 3 specie fornite dal Dott. Carlo Argenti (Asplenium trichomanes subsp. quadrivalens, Dryopteris expansa, Dryopteris remota) e altre n° 7 (Achillea distans, Euphrasia kerneri, Euphrasia picta, Lotus pedunculatus, Poa palustris, Polygonum rurivagum, Veronica anagallis-aquatica) ricavate da Tomasella (2014). Per la determinazione delle specie è stato utilizzato come testo di base la “Flora d’Italia” (Pignatti 2017-2019). Si è dovuto ricorrere poi a numerosi altri libri e monografie (AA.VV. 1964-1993; Aeschimann et al., 2004; Bernini et al., 2002; Eggenberg& Mohl, 2013; Fischer et al., 2008; Lauber & Wagner, 2001; Lazzari, 2010; Martini & Paiero, 1989; Oberdorfer, 1994; Rothmaler, 1995). Per la nomenclatura si è seguito Pignatti (2017-2019). Durante il lavoro di determinazione delle specie sono stati utilizzati il microscopio binoculare Novex AP-5 WF10X e il microscopio ottico per biologia OPTECH Mod. B3 (è stato necessario per i gen. Festuca, Poa, Eleocharis) disponibili c/o il Giardino Botanico “G. G. Lorenzoni” sito in Pian Cansiglio. Per la quasi totalità delle specie rinvenute dall’autrice sono disponibili nella sua personale banca dati: località, coordinate geografiche e altitudine (GPS utilizzato: Garmin eTrex10).
Spettro biologico e spettro corologico
Dall’elenco floristico è stato possibile costruire lo spettro biologico e quello corologico. Le forme biologiche e le classi di geoelementi sono state desunte da Pignatti (2017-2019) o, nei pochi casi dubbi, dal sito http://www.actaplantarum.org o da Aeschimann et al. (2004). Successivamente i tipi corologici sono stati raggruppati come da tabella n. 1 (Borsato, 2016).
Nel caso in cui in Pignatti (2017-2019) fosse presente la dicitura “da Paleotemperata a Cosmopolita”, è stato attribuito il corotipo “Cosmopolita”.
A Nord del Cansiglio fino al Circolo Polare Artico
Con questa indagine si è voluto conoscere la diffusione delle specie del Cansiglio a Nord di esso, sulle Alpi e fino al Circolo Polare Artico. A tale scopo si è preso in considerazione un ampio “corridoio” che dal Cansiglio va appunto al Circolo Polare Artico e che include Svizzera, Austria, Germania e Finlandia. Per la Svizzera è stata usata la Flora di Juillerat et al. (2017), per l’Austria
quella di Gilli et al. (2019), per la Germania quella di Rothmaler (2013), per la Finlandia quella presente in FinBIF (2013), su indicazione del Prof. Schulman L. (Director of Finnish Biodiversity Information Facility, FinBIF), per la zona del Circolo Polare Artico quella di Reidar et al. (2018) presente nel sito http//panarticflora.org. Si precisa che per la flora austriaca sono state considerate solo le entità contrassegnate con “X” (= unità accettata) e “V” (= specie rappresentata in Europa centrale con una sola sottospecie). Per quanto riguarda la flora Panartica, gli autori specificano che il territorio a cui essa appartiene si trova in corrispondenza del Circolo polare artico e a Nord di esso, in zone per lo più non boscose caratterizzate da una temperatura media del mese più caldo minore di 10°C, dal permafrost e da lunghi inverni con gelo e neve stabili.
Liste rosse e tutela della Biodiversità
Ogni specie svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e dà il suo contributo all’equilibrio dell’ecosistema stesso. Anche a piccola scala, è plausibile pensare che la diminuzione o la perdita di una sola specie avrà un impatto sulla stabilità dell’habitat a cui essa apparteneva. Nella tab. n. 2 sono state evidenziate le specie meno comuni come quelle presenti nella lista rossa di Belluno e del Veneto (Buffa et al., 2016), nella lista rossa Italiana (Rossi et al., 2013), nella lista rossa europea (Bilz et al., 2011) e il loro livello di rischio di estinzione. Nel sito http://www.nationalredlist.org si è cercato di vedere se le specie presenti nella Foresta del Cansiglio compaiono nelle liste rosse nazionali di altri stati, al fine di capire il diverso atteggiamento degli stati di fronte al comune proble
ma della tutela della biodiversità. In tutti i casi sono state prese in considerazione solo le valutazioni fatte in base alle categorie e ai criteri UICN e non quelle fatte in base ad altri criteri; inoltre si sono analizzate le liste rosse degli stati che le hanno rese facilmente disponibili nel web. Di tutte le categorie di rischio IUCN (http://www.iucn.it/categorie.php) sono state considerate le seguenti: LC (Minor Rischio), NT (Quasi Minacciata), VU (Vulnerabile), EN (Minacciata), CR (Gravemente Minacciata), RE (Estinta nella Regione), EW (Estinta in Ambiente Selvatico), EX (Estinta). Nella colonna “Liste rosse nazionali europee” della tab. n° 2, sono state riportate le nazioni che hanno riconosciuto uno di questi livelli di rischio di estinzione, senza specificare quale, in quanto tale informazione è stata ritenuta ridondante. Inoltre il confronto è stato fatto solo per le specie che avevano una sicura corrispondenza nomenclaturale; nei casi dubbi (un numero irrilevante) la valutazione IUCN non è stata riportata. In base ai criteri precedenti sono stati considerati solo i seguenti stati europei: Albania, Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Lituania, Malta, Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.
Vegetazione sinantropica, specie aliene e stima della qualità ambientale
La Foresta del Cansiglio è un luogo ad elevata naturalità o l’intensa azione antropica, che qui dura da secoli, lo ha trasformato? La flora infatti, con il suo mutare, esprime in modo concreto le variazioni ambientali, incluse quelle causate dall’ uomo. La valutazione della qualità ambientale rappresenta un elemento importante nella gestione dell’ambiente stesso. Sulla base di dati floristici si è stimata la qualità ambientale (Naturalità), calcolando:
– la percentuale di specie sinantropiche/antropogene sul totale delle specie rilevate, che può dare il grado di inquinamento floristico; maggiore sarà la percentuale, maggiore sarà il grado di antropizzazione. Per l’individuazione delle specie sinantropiche/antropogene è stato utilizzato Aeschimann et al. (2004). I codici che, a discrezione dell’autrice, fanno maggiormente riferimento agli ambienti tipici di specie antropogene sono 1.4, 2.1, 2.1.1, 2.1.2, 2.2, 2.4, 2.6, 2.7, 2.8, 2.9, 2.9.1, 2.9.2, 6.3.1 corrispondenti a: stagni, fossi, rive, solchi delle ruote, campi, colture, vigne, incolti, ambienti ruderali e semiruderali (sentieri e strade rurali, macerie, aree abbandonate, depositi di immondizia e di materiale organico, letamai, ferrovie, scarpate, luoghi calpestati, piste da sci artificiali), riposi del bestiame, tagli rasi forestali, schiarite, strade forestali, zone incendiate, carbonaie, parchi, tappeti erbosi, terreni sportivi, frutteti, coltivi, praterie artificiali. Per ogni specie sono stati tenuti in considerazione solo gli ambienti tipici sopra segnalati, tralasciando quelli in cui essa compare solo marginalmente e sporadicamente.
– la percentuale di specie ad ampia distribuzione (subcosmopolite e avventizie, indicate con i numeri 13-14 nella tab. n. 1) sul totale delle specie rilevate. Il calcolo di questo valore si basa sul presupposto che l’impatto antropico provochi un impoverimento di tipi corologici naturali e un arricchimento di tipi legati alla diffusione per opera dell’uomo, causando lo spostamento dello spettro corologico verso forme ad ampia distribuzione (Mazzocchi et al., 1999).
– la percentuale di specie aliene sul totale delle specie rilevate. La presenza di specie aliene è un chiaro elemento di contaminazione antropica. Per l’individuazione delle specie aliene è stato utilizzato Galasso et al. (2018).
Risultati e discussione
Flora
Per facilitare la consultazione, le n° 536 specie rilevate sono elencate in ordine alfabetico nella seguente chek-list:
Dall’analisi della presenza nei siti (Fig. 2), si deduce che:
Le zone umide sono gli habitat che presentano una maggiore biodiversità: esse sono le lame della prateria e della foresta, le torbiere attive e quelle inattive e rappresentano una vegetazione azonale all’interno della vegetazione zonale delle praterie o dei boschi. Le lame hanno una struttura vegetazionale concentrica a seconda del gradiente d’acqua e perciò esprimono una grande biodiversità in poco spazio. Inoltre le lame studiate si trovano in un intervallo di altitudine che va dai 900 ai 1500 m s.l.m. Le 2 torbiere attive, quella del Centro di Ecologia e il Lamaraz (entrambe in Pian Cansiglio) sono torbiere di transizione caratterizzate da “bulten” di muschi e sfagni e da associazioni vegetali di grande pregio naturalistico. Le 2 torbiere inattive, quella di Palughetto e di Pian delle Code, sono un mosaico di ambienti, con “bulten” e una grandissima biodiversità: basti pensare che nella sola torbiera di Palughetto sono state rilevate ben 128 specie vascolari. Le praterie del Cansiglio sono tutte di origine secondaria: la loro biodiversità è elevata nelle praterie a Deschampsia cespitosa (in esse sono state censite ben 208 specie di vascolari) ma cala drasticamente negli “erbai” (soltanto 45 specie rilevate). Nelle faggete del Cansiglio sono state trovate 163 specie vascolari, mentre nei boschi di abete rosso 141. La flora del Cansiglio esprime una grande biodiversità dovuta alla molteplicità di fattori climatici, ecologici e infine anche antropici. Per quanto riguarda Campanula bertolae si veda Bianchi & Borsato (2017).
Spettro biologico
Lo spettro biologico (Fig. 3) propone un confronto tra le specie in base alle loro forme biologiche. Esso è dominato dalle emicriptofite (piante erbacee perenni con gemme poste a livello del terreno) che da sole esprimono il 56,8% del totale; seguono le geofite (piante erbacee perenni con gemme inserite su organi sotterranei) con il 19,1%. Queste 2 forme biologiche insieme coprono il 75,9 % di tutto lo spettro biologico, mentre il rimanente è suddiviso tra le terofite, le specie legnose (camefite, nano-fanerofite, fanerofite) e specie legate ad ambienti acquatici (idrofite ed elofite). La dominanza delle emicriptofite, piante tipiche dei climi temperati, forse è qui favorita dalla lunga e intensa attività antropica come l’utilizzo del bosco, lo sfalcio e il pascolamento.
Spettro corologico
Lo spettro corologico (Fig.4) visualizza la composizione della flora secondo i corotipi, cioè ampie categorie distributive. I due corotipi più rappresentati sono quello euroasiatico (24,4%, che comprende specie diffuse nelle aree temperate dell’Eurasia) e quello boreale o nordico (22,6%, che rappresenta le specie diffuse nelle aree temperato-fredde dell’emisfero boreale) seguiti poi da quello subcosmopolita (17,9%). Le specie mediterranee ed europee sono rappresentate per circa l’11% ciascuna; i meno rappresentati sono i corotipi illirico, alpino e alpino-carpatico. Poiché la Foresta del Cansiglio occupa un avamposto meridionale rispetto alla catena alpina e la sua altitudine va dai 900 ai 1500 circa m s.l.m., l’elevata percentuale di specie boreali o nordiche è dovuta al suo clima particolare e alla presenza del fenomeno della inversione termica.
A Nord del Cansiglio fino al Circolo Polare artico
Le specie vascolari della Foresta del Cansiglio sono distribuite a nord di essa come indicato nel seguente grafico a barre (Fig. 5):
Come appare evidente, praticamente tutte le specie della Foresta del Cansiglio sono presenti nelle Alpi Svizzere e Austriache. Procedendo verso N il contingente si assottiglia finchè al Circolo Polare Artico si ritrova solo circa un terzo delle specie. Facendo un’analisi della perdita in base alla corologia delle specie “perse” al Circolo polare artico, si evidenzia quanto segue (Tab. 3):
Perciò solo le specie già ecologicamente attrezzate per sopravvivere al freddo (Boreali o nordiche e Artico-Alpine) hanno subito le perdite minori, tutte le altre (comprese ovviamente le endemiche) non si ritrovano più o in numero molto minore. Significativa la presenza anche nell’estremo Nord di metà delle specie avventizie.
Liste rosse e tutela della Biodiversità
Nella tabella n° 2 sono elencate le specie studiate con i loro livelli di rischio di estinzione, dalla cui analisi risulta quanto segue (Tab. 4):
Lista Rossa | n° Specie |
Belluno | 154 |
Veneto | 159 |
Italia | 7 |
Europa | 83 |
Tra queste, le specie minacciate o gravemente minacciate presenti in almeno 1 lista rossa sono: Cystopteris sudetica, Epipactis muelleri, Epipogium aphyllum, Herminium monorchis, Peplis portula, Rhynchospora alba, Sparganium emersum, Veronica montana. Dal confronto delle specie rinvenute nella Foresta del Cansiglio con le stesse presenti nelle liste rosse europee, risulta che 505 su 536 sono in una o più di esse. Questo dato da una parte sottolinea il valore della flora dell’area di studio, dall’altra evidenzia anche la poca attenzione dell’Italia nei confronti della protezione delle specie (solo 7 specie del Cansiglio sono menzionate nella Red List delle Piante vascolari d’Italia). E’ interessante notare come specie comunissime in Cansiglio (presenti nei boschi, nelle lame della foresta e nelle torbiere inattive) come Adoxa moschatellina, Sorbus aucuparia e Valeriana officinalis, sono presenti nelle liste rosse di ben 7 stati europei! Ed infine, sempre dalle Red List europee, si è ricavato che a Malta risultano estinte ben 8 specie anche molto comuni in Cansiglio: Alopecurus pratensis, Anthoxanthum odoratum, Asplenium trichomanes, Cynosurus cristatus, Juncus effusus, Rubus caesius, Sorbus aucuparia e Sparganium erectum. La comunissima Dactylorhiza maculata risulta estinta in Ungheria, Gymnocarpium dryopteris in Irlanda e Primula vulgaris in Svezia.
Vegetazione sinantropica, specie aliene e stima della qualità ambientale
Dall’analisi della tabella n° 2 si ricava quanto segue (Tab. 5):
Specie | n° Specie | % sul totale delle specie |
Sinantropiche/antropogene | 214 | 39,9 |
Aliene | 11 | 2 |
Subcosmopolite | 95 | 19,4 |
Avventizie | 9 | in comune con il dato sopra |
L’elevata percentuale di specie sinantropiche/antropogene (39,9%, più di un terzo del totale) e di specie ad ampia distribuzione (19,4%, subcosmopolite e avventizie) testimoniano la secolare azione dell’uomo nei boschi e nei prati della Foresta del Cansiglio. Quindi il Cansiglio, nonostante l’aspetto “naturale”, in realtà è piuttosto distante dalla sua “naturalità”, anche se la sua gestione è stata particolarmente rispettosa e, in alcuni momenti storici soprattutto passati (periodo della Serenissima Repubblica di Venezia), illuminata.
Ringraziamenti
Grazie di cuore al curatore del Giardino Botanico Alpino del Cansiglio, agrotecnico Giovanni Roffarè, al Prof. Em. Livio Poldini, al Prof. Michele Codogno, al Prof. Giovanni Caniglia, al Prof. Leif Schulman, alla Dott.ssa Marisa Vidali, al Dott. Carlo Argenti, a Paola De Conti, ai Carabinieri Forestali-Biodiversità di Vittorio Veneto, a Veneto Agricoltura di Pian Cansiglio.
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Carta topografica 1:25000, Foglio 012, Tabacco.