Riassunto
Vengono resi noti alcuni ritrovamenti floristici interessanti per la flora vascolare del settore vicentino dell’Altopiano dei Sette Comuni (Prealpi sudorientali). Sono considerati 44 taxa: 9 sono specie (un ibrido) o sottospecie autoctone non segnalate in precedenza: Artemisia campestris, Carex praecox, Cerastium glutinosum, Cirsium xflavescens, Iris pseudacorus, Lathyrus sphaericus, Ononis natrix, Primula elatior subsp. elatior, Rapistrum rugosum; 10 sono specie (una sottospecie) alloctone mai segnalate prima: Amaranthus emarginatus, Centranthus ruber, Lamium galeobdolon subsp. argentatum, Nicandra physalodes, Phacelia tanacetifolia, Rhus typhina, Solidago canadensis, Spartium junceum, Sporobolus indicus, Sporobolus neglectus; 1 è una conferma: Fagopyrum esculentum. Vengono inoltre forniti nuovi dati distributivi di specie considerabili rare sull’Altopiano.
Abstract
New findings, confirmations and new distribution data of rare vascular species of the Venetian sector of the Asiago Plateau (Southeastern Prealps) – second part
Some interesting records of vascular species thriving on the Venetian sector of the Asiago Plaeau (Southeastern Prealps) are given. Fourty-four taxa are considered: 9 are autochthonous species (one hybrid) or subspecies new to the study area: Artemisia campestris, Carex praecox, Cerastium glutinosum, Cirsium xflavescens, Iris pseudacorus, Lathyrus sphaericus, Ononis natrix, Primula elatior subsp. elatior, Rapistrum rugosum; ten are alien species (one subspecies) not previously reported: Amaranthus emarginatus, Centranthus ruber, Lamium galeobdolon subsp. argentatum, Nicandra physalodes, Phacelia tanacetifolia, Rhus typhina, Solidago canadensis, Spartium junceum, Sporobolus indicus, Sporobolus neglectus; one is a confirmation for the Altopiano: Fagopyrum esculentum. New distribution data of rare species are also given.
Introduzione
La presente nota è la naturale prosecuzione di un recente contributo comparso su questa stessa rivista (Fiorentin et al., 2019). Ad integrazione delle osservazioni colà riportate si va ad aggiungere un ulteriore gruppo di osservazioni che si ritengono meritevoli di segnalazione. Rispetto alla prima parte pubblicata, inevitabilmente si restringe il novero delle nuove segnalazioni di specie autoctone mentre si amplia quello relativo alle alloctone.
Area di studio e metodi
Per quanto concerne le caratteristiche salienti dell’Altopiano e i criteri adottati per l’inserimento delle note nell’elenco ragionato che segue, si rimanda al precedente contributo (Fiorentin et al., l.c.). La nomenclatura scientifica segue Bartolucci et al. (2018) e Galasso et al. (2018).
Elenco ragionato
Allium schoenoprasum L.
Reperto: versante N del M. Ortigara all’altezza del Cippo Italiano (Asiago) [9935/3], 2100 m, seslerieto, 30.7.2018. Nuovi dati distributivi [9935/3]. Interessante specie presente in territorio provinciale unicamente in Altopiano, ove è stata rinvenuta nell’acrocoro settentrionale in stazioni di fondo dolina su suolo ricco in materia organica e con una buona ritenzione idrica (Giovagnoli & Tasinazzo, 2008). La nuova stazione differisce dalle precedenti per il fatto di non essere collocata in avvallamenti, ma la giacitura suborizzontale, il suolo profondo e l’esposizione settentrionale garantiscono comunque idonee condizioni di crescita alla trentina di esemplari che crescono all’interno di un pascolo arbustato.
Amaranthus emarginatus Salzm. ex Uline & W.L. Bray subsp. emarginatus
Reperto: all’angolo tra Via Martiri della Libertà e Via Fondi a Tresché Conca (Roana) [01344], 1020 m, coltivo di patate, 10.9.2019 (Herb. Tasinazzo). Nuova segnalazione per Altopiano e province di Vicenza e Padova. A seconda degli autori, viene ritenuta buona specie oppure sottospecie di A. blitum (A. blitum L. subsp. emarginatus (Moq. ex Uline & Bray) Carretero, Muñoz Garm. & J. Pedrol). Si tratta di una specie nativa delle regioni tropicali, in Veneto presente per lo meno dal 1928 come testimonia un esemplare erborizzato a Venezia e conservato in FI (Iamonico, 2009), tuttavia a lungo questo è rimasto anche l’unico dato, fino a quando in tempi recenti la sua presenza è stata riaccertata nel Bellunese (Iamonico, 2010). Sulla scorta di queste informazioni la specie viene ritenuta esotica casuale in regione (Iamonico, 2015). Indagini sulla vegetazione delle colture sarchiate hanno in realtà condotto al rinvenimento di numerose altre stazioni regionali inedite di cui si dà qui conto. Nel Padovano: tra Passo della Fogolana e Fogolana (0738/2; 11.11.2017, appezzamento post-colturale di asparagi); nel Vicentino: Val Maso (0233/1; 18.9.2015), C.da Stoffele (0233/4; 1.10.2015) e C.da Pelè (0233/4; 1.10.2015) in Val Leogra; C.da S. Giuliana di Sotto (0233/3; 8.10.2015) e C.da Sigismondi (0233/4; 8.10.2015) in Valle dell’Agno; top. Gogna a Vicenza (0435/3; 28.9.2019); in tutti i casi, tranne l’ultima stazione posta in orti attivi, trattavasi di appezzamenti orticoli post-colturali a patate e/o fagioli su suoli pesanti. Da ultimo è stata infine rilevata in un appezzamento a patate anche sull’Altopiano, dato che ha fornito l’occasione di aggregare in questa sede le sopra menzionate altre nuove stazioni regionali. La diffusione della neofita va quindi ad estendersi anche nelle province di Vicenza e Padova e al contempo suggerisce di elevarne lo status a naturalizzata, al pari di quanto accertato nel vicino Trentino-Alto Adige (Wilhalm et al., 2005; Bertolli & Prosser, 2014).
Anisantha diandra (Roth) Tutin ex Tzvelev
Reperti: 1) tra il 6° e 7° tornante della strada Pedescala-Rotzo (Valdastico) [0134/1], 600 m, margine stradale, 12.5.2018; 2) tra l’8°e il 9° tornante della strada Breganze-Lusiana, poco prima di loc. Velo (Lusiana) [0235/1], 600 m, margine stradale, 18.5.2018. Nuovi dati distributivi [0134/1; 0235/1]. I nuovi dati spostano il limite distributivo, di questa specie eurimediterranea legata alle vegetazioni segetali e ruderali, più in alto e all’interno delle valli che cingono l’Altopiano, rispetto a quanto al momento noto. Anche in considerazione della vistosità della specie, appare poco probabile che le stazioni siano passate inosservate negli anni trascorsi, è quindi ipotizzabile che esse siano recenti colonizzazioni da porre in relazione con l’innalzamento termico in atto.
Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng.
Reperto: tra il M. Ortigara e il M. Campigoletti (Asiago) [9935/3], 2070 m, pascolo rupestre, 16.8.2018. Nuovi dati distributivi [9935/3]. Specie rara nella parte veneta dell’Altopiano ove è limitata al settore settentrionale (Scortegagna, 2009), contrariamente a quanto avviene nella parte trentina ove caratterizza ostrieti e pinete di pino silvestre su pendii franosi nelle fasce submontana e montana dell’Armentera (Agostini, 1988). La nuova stazione consta di una circoscritta copertura a spalliera su roccette affioranti all’interno di un seslerieto.
Artemisia campestris L.
Reperto: 100 m prima dell’inizio dell’A.V.T. c/o Caluga (Bassano del Grappa) [0236/1], 420 m, discontinuità di brometo, 17.8.2019. Nuova segnalazione. Non citata nella checklist altopianese (Scortegagna, l.c.), viene tuttavia riportata per l’area di base in cui ricade la nuova stazione (Scortegagna et al., 2016), ma comprendente anche un tratto fluviale della Brenta ove la specie cresce nei tratti di greto asciutto. Il sito si colloca nelle immediate vicinanze del margine meridionale dell’area, rappresentato dalla faglia Bassano-Valdobbiadene che stacca a meridione il sistema collinare antistante l’Altopiano.
Carex acutiformis Ehrh.
Reperti: 1) Font. di Busa Scura a S di C.le Lagonsin (Asiago), sul fondo degli avvallamenti impaludati [0035/1], 1335 m, cariceto, 16.7.2016; 2) C.da Berga (Asiago) [0134/2], 1020 m, cariceto, 20.6.2018. Nuovi dati distributivi [0035/1; 0134/2]. Segnalata, come poco comune, unicamente per il fondovalle della Valbrenta (Scortegagna, l.c.) e presente anche nei quadranti comprendenti il fondo della Val d’Astico (Scortegagna et al., l.c.), non esistevano ad oggi dati di questa carice per il rilievo montuoso in senso stretto. Nella prima stazione la specie si accompagna a comunità dominate da Carex paniculata e Carex rostrata Stokes, invece nella seconda origina una cenosi monospecifica su una superficie in leggero pendio di 2-3 migliaia di metri quadrati, risparmiata dal taglio che invece coinvolge i prati contermini.
Carex nigra (L.) Reichard subsp. nigra
Reperto: C.da Valle (Asiago) [0134/2], 1020 m, prato igrofilo, 15.6.2018. Nuovo dato distributivo [0134/2]. Specie caratteristica di vegetazioni igrofile proprie di superfici umide contraddistinte da accumuli torbosi, quindi molto localizzata in Altopiano, ove cresce nel solo settore settentrionale (Scortegagna et al., l.c.), in modo frequente all’interno delle torbiere di Marcesina, molto più raramente altrove e sempre in corrispondenza di piccole vene sorgentifere. Il dato si riferisce ad un insolito prato da sfalcio fisionomizzato dal netto predominio di Holcus lanatus L. cui si accompagnano altri elementi igrofili (Cardamine matthioli Moretti, Carex panicea, Eleocharis palustris (L.) Roem. & Schult., Equisetum palustre L.) la cui presenza è imputabile ad un diffuso affioramento d’acqua. Il dato consente di estendere la distribuzione della carice anche alla conca mediana, considerato che la presenza indicata in Scortegagna (l.c.) per la totalità delle macroaree in cui l’area di studio è stata suddivisa, appare frutto di un evidente refuso.
Carex panicea L.
Reperto: C.da Valle (Asiago) [0134/2], 1020 m, prato igrofilo, 15.6.2018. Nuovo dato distributivo [0134/2]. Già segnalata ripetutamente per le aree torbose di Marcesina (Busnardo & Favero, 1991; Rigoni, 1999) questa carice caratteristica delle torbiere basse alcaline risulta rara e, per quanto ad oggi noto, confinata all’altopiano settentrionale (Scortegagna, l.c.). Nella nuova stazione sita nella conca mediana cresce in un prato umido laminato da una vena d’acqua sorgiva e fisionomizzato dal netto predominio di Holcus lanatus L., accompagnandosi a vari altri interessanti elementi igrofili come Cardamine matthioli, Carex nigra, Scirpus sylvaticus L. e Trifolium dubium Sibth.
Carex paniculata L.
Reperti: 1) a SW di C.da Bettinadi (Canove di Roana) [0134/2], 920 m, suolo impaludato, 20.6.2018; 2) al margine della carrareccia d’accesso al L. Lumera (Asiago) [0135/1], 1000 m, suolo impaludato, 20.6.2018 (Herb. Tasinazzo). Nuovi dati distributivi [0134/2; 0135/1]. Specie poco frequente sull’intero territorio provinciale, viene al momento indicata per il solo settore settentrionale dell’Altopiano (Scortegagna, l.c.; Scortegagna et al., l.c.). Le due nuove stazioni estendono la sua presenza alla conca mediana, ove s’incontra sporadica in vegetazioni erbacee igrofile non strutturate all’interno di modeste depressioni o micro-incisioni di pendio interessate da laminazione di acque sorgentifere.
Carex praecox Schreb.
Reperto: Scalzeri (Pedemonte), lungo la carrareccia in sinistra idrografica che conduce verso Casotto, all’altezza della sbarra che vieta l’accesso ai veicoli [0033/4], 450 m, muretto a secco, 26.5.2018. Nuova segnalazione. Specie legata a suoli superficiali e magri, diffusa preferenzialmente in pratelli aridi, meno frequente in brometi, risulta poco comune al bordo meridionale delle Alpi (Pignatti, 2017). Ad oggi mancavano segnalazioni per l’Altopiano, pur essendo riportata per la parte più interna della provincia vicentina in un quadrante contiguo a quello riguardante la presente nota (0133/2; Scortegagna et al., l.c.). Nella nuova stazione cresce alla sommità di un muretto a secco interessato da processi avanzati di colonizzazione vegetale, microhabitat secondario ricorrente per questa piccola carice. Nel medesimo sito sono state rintracciate altre presenze significative per la flora dell’area oggetto di studio (Cerastium glutinosum, Lathyrus sphaericus, Minuartia hybrida).
Carex vesicaria L.
Reperto: C.da Valle (Asiago) [0134/2], 1020 m, alte erbe igrofile, 15.6.2018. Nuovo dato distributivo [0134/2]. Non compresa nella checklist del settore vicentino dell’Altopiano (Scortegagna, l.c.), compare nel successivo atlante provinciale per il quadrante comprendente Marcesina (Scortegagna et al., l.c.), presumibilmente in virtù della sua presenza nel settore più orientale del Palù di S. Lorenzo, ove cresce con un popolamento esteso e pressochè puro a formare una cenosi inquadrabile in un Caricetum vesicariae Chouard 1924. La nuova stazione si configura pertanto come la seconda accertata per l’area di studio, risulta molto circoscritta e costituita di qualche decina di esemplari. Essa si colloca in corrispondenza di un affioramanto freatico diffuso, all’interno di un consorzio ad alte erbe con Filipendula ulmaria (L.) Maxim. dominante e accompagnata da Epilobium hirsutum L., aggregazione che contraddistingue questo tipo di habitat qua e là presente nella conca mediana. La specie, poco frequente nel vicentino e ancor più in Veneto, è inserita in lista rossa regionale al livello più basso di rischo (NT; Buffa et al., 2016).
Centranthus ruber (L.) DC.
Reperti: 1) in corrispondenza del primo tornante della SP 73 in uscita dal centro abitato di Valstagna (Valbrenta), [0135/2], 170 m, muro di contenimento, 2.7.2019; 2) inizio segnavia n° 783 presso Sasso Stefani (Valbrenta) [0136/1], 200 m, muro a secco, 2.7.2019. Nuova segnalazione. Specie mediterranea nel vicentino non indigena, bensì legata ad avventiziati effimeri o a presenze dipendenti dalla coltura (Scortegagna et al., l.c.). Nel Canal del Brenta la specie è stata osservata nelle medesime stazioni per più anni consecutivi, motivo per cui se ne dà informazione, a dimostrazione di una presenza non effimera ma duratura, ancorché circoscritta alle immediate vicinanze dei centri abitati e ben lungi dal configurarsi come una naturalizzazione.
Cerastium glutinosum Fr.
Reperti: 1) presso c.da Basso (Valdastico) [0134/1], 340 m, arrenatereto magro su terrazzo fluviale, 12.5.2018; 2) ca. 500 m a N di Settecà (Valdastico) [0134/1], 320 m, arrenatereto su terrazzo fluviale, 12.5.2018; 3) Scalzeri (Pedemonte), lungo la carrareccia in sinistra idrografica che conduce verso Casotto, all’altezza della sbarra che vieta l’accesso ai veicoli [0033/4], 450 m, muretto a secco, 26.5.2018. Nuova segnalazione. È specie mediterranea caratteristica di sinusie terofitiche diffuse in discontinuità di praterie con prevalente timbro arido, su affioramenti di substrato roccioso e in ambienti magri secondari. Tutte le stazioni si collocano in sinistra idrografica della Val d’Astico, costituiscono i primi dati per l’Altopiano e al contempo le massime penetrazioni nel settore prealpino, ancorchè al momento limitate al solo fondovalle.
Cirsium x flavescens W.D.J. Koch.
Reperti: 1) bordo segnavia n° 840 tra la Chiesetta del Lozze e Baito Ortigara (Asiago) [9935/3], 1930 m, margine di mugheta, 29.7.2018 (Herb. Tasinazzo); 2) ibidem tra Baito Ortigara e M. Ortigara (Asiago) [9935/3], 1980 m, margine di mugheta, 8.8.2019. Nuova segnalazione. Si tratta dell’ibrido tra Cirsium erisithales e C. spinosissimum, rinvenuto nella fascia subalpina antistante il M. Ortigara, ma verosimilmente presente anche altrove sull’altopiano settentrionale. Viene indicato come l’ibrido di Cirsium più frequente in Trentino (Prosser et al., 2019).
Cystopteris sudetica A. Braun et Milde Reperto: top. Egheta (Asiago) [0034/4], 1460 m, piceo-abieteto, 4.7.2018 (Herb. Tasinazzo). Nuovo dato distributivo [0034/4]. Piccola felce di estremo interesse fitogeografico, con distribuzione italiana localizzata e a baricentro veneto e marginali penetrazioni in Friuli e Trentino (Bona et al., 2005). L’Altopiano è uno dei pochi ambiti nazionali di crescita della specie al momento noti e si configura come l’area di estrema penetrazione sud-occidentale del suo ampio areale eurasiatico. All’interno dell’acrocoro la felce è stata rinvenuta inizialmente in territorio trentino nel vallone La Valle (Prosser, 2000), quindi anche ai Castelloni di S. Marco in ambito veneto (Scortegagna, 2003). La stazione di cui si dà qui notizia, la seconda quindi per il vicentino e la terza per l’area, si riferisce ad un accumulo lapideo lungo la scarpata di una strada forestale tracciata entro un piceo-abieteto. La frequenza di habitat simili, o paragonabili, nella vastità dell’Altopiano e le ridotte dimensioni di questa felce inducono a ritenere verosimile la possibilità di scoprire ulteriori stazioni di crescita nel prossimo futuro. La specie è inserita nelle liste rosse di Veneto e provincia di Vicenza (EN; Buffa et al., l.c.), in lista rossa d’Europa e in quella riferita ai 28 stati membri rispettivamente come NT e VU (García Criado et al., 2017).
Eriophorum angustifolium Honck.
Reperto: a SW di C.da Bettinadi (Canove di Roana) [0134/2], 920 m, suolo impaludato, 20.6.2018. Nuovo dato distributivo [0134/2]. Specie molto rara nel vicentino e così pure sull’Altopiano, ove è nota unicamente per l’area torbosa di Marcesina (Rigoni, l.c.; Scortegagna et al., l.c.). Esiste tuttavia un ulteriore dato storico relativo ad una non meglio precisata ‘Asiago’ (Marchente, 1974), una presenza nella conca mediana che il nuovo rinvenimento va a quindi a confermare. I pochi esemplari osservati crescono frammisti ad altre interessanti specie igrofile rare nel panorama altopianese (Carex otrubae Podp., C. paniculata, Galium palustre L. subsp. elongatum (C. Presl) Lange, Lythrum salicaria L.), all’interno di un’area impaludata fisionomizzata da Filipendula ulmaria e non soggetta a sfalcio.
Eriophorum latifolium Hoppe
Reperto: ca. 350 m a S di Casara Zebio Pastorile (Asiago) [0035/3], 1670 m, vena sorgentifera, 24.7.2018. Nuovo dato distributivo [0035/3]. Informazioni bibliografiche su questa localmente rara specie igrofila, legata ad aree paludose e torbose, provengono da Marchente (1974; M. Portole) e da Busnardo & Favero (1991) per Marcesina. La nuova stazione si situa in corrispondenza di un ripiano allungato, ma poco profondo, interessato da una vena sorgentifera diffusa in cui la ciperacea cresce frammista a varie carici, anche poco frequenti nell’area (Carex echinata Murray, C. flava L., C. nigra).
Fagopyrum esculentum Moench
Reperto: strada da Gallio per M. Sisemol, ca. 200 m dall’imbocco (Gallio) [0135/1], 1075 m, ex-coltivo, 30.7.2018 (Herb. Tasinazzo). Conferma della presenza. Specie un tempo coltivata, di cui viene data notizia in Sternberg (1804): ‘in Valstagna in littore arenoso torrentis altra (? n.d.t.) il Buso’ ad indicare in quest’ultimo caso la ben nota località posta nell’alta Val Frenzela. Non è dato sapere di informazioni successive per l’Altopiano. Uno sparuto contingente di esemplari è stato osservato all’interno di un piccolo appezzamento incolto, in precedenza verosimilmente destinato alla produzione di patate. La sua presenza è da interpretarsi ormai alla stregua di un avventiziato casuale derivante da trascorse coltivazioni, allo stesso modo con cui è stata considerata la sua occasionale presenza sui Colli Berici (Tasinazzo, 2007) e in accordo con la sua inclusione tra le specie dipendenti dalla coltura nel recente atlante provinciale (Scortegagna et al., l.c.). Nel piccolo appezzamento cresce assieme ad altri sporadici elementi della flora ruderale e sinantropica locale: Erysimum cheiranthoides, Phacelia tanacetifolia, Rapistrum rugosum. La specie è stata osservata nel medesimo sito anche nel corso del 2019.
Iris pseudacorus L.
Reperto: 1) Laghetto Lumera (Asiago) [0135/1], 1005 m, ambiente spondale, 20.6.2018; 2) Sasso (Asiago) [0135/2], 950 m, incolto erboso, 9.6.2019 Nuova segnalazione. Elofita ampiamente diffusa in fossati e altri habitat palustri planiziali o rivieraschi, da cui risale lungo il Canal del Brenta e la Val d’Astico. Mancavano ad oggi segnalazioni per il territorio montuoso che non fossero i fondovalle (Scortegagna, l.c.; Scortegagna et al., l.c.). Alcuni esemplari sono stati osservati presso l’emissario del piccolo laghetto Lumera, mentre una seconda colonia di 4-5 esemplari cresce, in inusuale ambiente magro interposto tra abitazioni in loc. Sasso, motivi che pongono qualche dubbio sull’origine primaria della stazione.
Juncus bufonius L.
Reperto: Bocchetta Paù (Caltrano) [0134/4], 1275 m, pozza d’alpeggio, 15.7.2018. Nuovi dati distributivi [0134/4]. Viene indicato per la sola conca mediana (Scortegagna, l.c.); con questo dato la sua diffusione si estende al finitimo settore dell’altopiano meridionale, ove la specie è stata osservata copiosa sul bordo della pozza d’alpeggio posta sul fondo dell’avvallamento 100 m a N di Bocchetta Paù.
Lamium galeobdolon (L.) subsp. argentatum (Smejkal) J.Duvign. Reperto: sbocco della Val Cengiotta presso la frazione Casale (Cogollo del Cengio) [0234/1], 370 m, ghiaie, 13.4.2014. Nuova segnalazione. Coltivata come specie ornamentale dà talora luogo ad avventiziati nei pressi dei luoghi d’introduzione, tanto da non essere contemplata nel catalogo nazionale delle esotiche (Celesti-Grapow et al., 2010). È invece inserita nelle Black Lists della Repubblica Ceca (Perg l et al., 2016) e della Germania (Seitz et al., 2013). L’importanza di mettere dei punti fermi per la definizione dello status delle specie alloctone e monitorarne l’evoluzione futura suggerisce la presente segnalazione, anche in considerazione del fatto che mancano ad oggi documentazioni scritte riguardanti la sua presenza nel Vicentino. Limitatamente a territori limitrofi, viene segnalata nel padovano e polesine (Masin & Scortegagna, 2012), sul lato gardesano orientale (Prosser et al., 2009) e in Friuli (Poldini, 2002). Nel sito di crescita si comporta da avventizia vegetando su alluvioni ghiaiose nelle immediate vicinanze del centro abitato.
Lathyrus sphaericus Retz.
Reperto: Scalzeri (Pedemonte), lungo la carrareccia in sinistra idrografica che conduce verso Casotto, all’altezza della sbarra che vieta l’accesso ai veicoli [0033/4], 450 m, muretto a secco, 26.5.2018. Nuova segnalazione. Specie annuale ritenuta in genere caratteristica delle vegetazioni antropogeniche proprie di coltivi e habitat ruderali, veniva indicato ‘nei campi fra le biade di tutte le province’ (De Visiani & Saccardo, 1869) quando invece attualmente la sua presenza è divenuta sporadica e di tipo residuale. Viene tuttavia interpretata da Poldini (1989) come caratteristica delle associazioni terofitiche pioniere, discontinue, termoxerofile che allignano su suoli superficiali, financo rupestro-sabbiosi, calcarei e disturbati, distribuite nei territori adriatici (Vulpio ciliatae-Crepidion neglectae). Come tale si comporta anche nella stazione rintracciata, la prima per l’Altopiano e la più interna provinciale sulla base della distribuzione della specie che, in sintonia con il suo timbro xerotermofilo, era segnalata fino ai settori prealpini più esterni con esclusione delle vallate, fatto salvo un dato storico non confermato per la medesima Valdastico (Scortegagna et al., l.c.). La specie cresce assieme ad altre specie segnalate in questa nota per l’interesse locale rivestito (Carex praecox, Cerastium glutinosum,Sabulina tenuifolia).
Lathraea squamaria L.
Reperto: a lato del segnavia n° 832 per Biv. dell’Angelo (Asiago) [0035/3], 1550 m, abieti-faggeta, 20.5.2018. Nuovo dato distributivo [0035/3]. Segnalata genericamente per l’area (Rigoni, l.c.), è stata in seguito indicata come rarissima e, per quanto concerne il settore dell’Altopiano Settentrionale, limitata alla sola Val d’Assa (Scortegagna, l.c.). Una piccola popolazione è stata rintracciata in un bosco misto di faggio e abete bianco che ammanta le pendici orientali del M. Zebio, ad una quota insolitamente elevata per la specie.
Lythrum salicaria L.
Reperto: a SW di C.da Bettinadi (Canove di Roana) [0134/2], 920 m, suolo impaludato, 20.6.2018. Nuovo dato distributivo [0134/2]. Specie igrofila comune e omogeneamente diffusa in pianura in presenza di falda affiorante e habitat palustri anche di origine antropica, non è così sui rilievi, in particolare laddove manchi un sistema idrografico superficiale come avviene in Altopiano; qui risulta pertanto poco comune e molto localizzata, legata più che altro a pozze d’alpeggio (Rigoni, l.c.). La nuova stazione in qualche modo colma la lacuna distributiva con riferimento ai quadranti che delimitano la conca mediana (Scortegagna et al., l.c.), il limite settentrionale della sua diffusione locale. Qui cresce in corrispondenza di vene d’acqua affioranti a contatto di strati di argille, colonizzate da folti aggruppamenti di Filipendula ulmaria (L.) Maxim. e assieme ad altre interessanti, per rarità locale, presenze come Carex otrubae, Eriophorum angustifolium e Carex paniculata.
Moehringia ciliata (Scop.) Dalla Torre
Reperti: 1) cima del M. Ortigara (Asiago) [9935/3], 2100 m, pascolo sassoso, 10.8.2014; 2) alla base WNW del M. Campanaro nel vallone dell’Agnellizza (Asiago) [9935/3], 1950 m, dolina da crollo, 29.7.2018. Nuovo dato distributivo [9935/3]. Specie rara nel Vicentino e parimenti nel settore veneto dell’Altopiano, ove viene segnalata solo per Cima Undici (Scortegagna, l.c.). Legata in particolare a macereti ombrosi a prolungato innevamento, viene riportata anche tra il materiale tabellare di Saliceto retuso-reticulatae proveniente dal settore settentrionale dell’area (Giovagnoli & Tasinazzo, 2014), ma per stazioni comprese nel quadrante 0034/2 in cui è già nota (Cornetti di Bocchetta Portule, M. Colombaretta di Portule) o ricadenti, pur di poco (Porta Trentina, dolina a SW di Cima Dodici), nel versante trentino dell’acrocoro, dove per le più favorevoli condizioni ecologiche risulta molto più frequente.
Nicandra physalodes (L.) Gaertn.
Reperto: all’angolo tra Via Martiri della Libertà e Via Fondi a Tresché Conca (Roana) [01344], 1020 m, coltivo di patate, 10.9.2019 (Herb. Tasinazzo). Nuova segnalazione. Alloctona sudamericana, indicata come accidentale nel Veneto centro-meridionale per avventiziati per lo più effimeri su inerti a Magrè (VI) e in coltivi all’Isola delle Vignole a Venezia (Masin & Scortegagna, l.c.). Altrove in Europa la sua comparsa viene messa in relazione con l’importazione di sementi e l’uso ornamentale (Verloove, 2019). Il primo rinvenimento in Altopiano consegue alla presenza di 3-4 esemplari all’interno di un campo destinato alla coltivazione di patate.
Nigritella miniata (Crantz) Janch.
Reperto: segnavia n° 832 ca. 1 km a N di M. Zebio (Asiago) [0035/3], 1770 m, pascolo, 29.6.2019.
Nuovo dato distributivo [0035/3]. Manca per verosimile semplice refuso in Scortegagna (l.c.), come dimostra la distribuzione riportata successivamente nell’atlante provinciale (Scortegagna et al., l.c.). La mappa in quest’ultimo presentata corrisponde in modo fedele ai dati precedentemente proposti da Perazza & Lorenz (2013), pertanto la nuova stazione estende la presenza di questa poco comune orchidea ad un ulteriore quadrante del settore settentrionale dell’Altopiano.
Ononis natrix L.
Reperto: 100 m prima dell’inizio dell’A.V.T. c/o Caluga (Bassano del Grappa) [0236/1], 420 m, discontinuità di brometo, 17.8.2019. Nuova segnalazione. Vale quanto affermato in precedenza per Artemisia campestris; pertanto con questa nota vengono fugati eventuali dubbi sull’appartenenza della specie alla flora altopianese, anche se va tenuto in considerazione che è stato osservato un unico esemplare.
Orobanche alba Stephan ex Willd.
Reperto: osservatorio del M. Cimon (Gallio) [0035/3], 1690 m, prateria rupestre, 22.7.2018. Nuovo dato distributivo [0035/3]. È indicata come parassita in particolare su Thymus L. (Prosser et al., 2019), ma anche su altre Lamiaceae (Kreutz, 1995; Pignatti, 2018). Localmente è una specie poco comune (Scortegagna, l.c.); la nuova stazione si localizza su una scarpata al piede di manufatto bellico in corrispondenza di terreno superficiale e ricco in scheletro, ove O. alba è ospite di Thymus praecox Opiz subsp. polytrichus (A. Kern ex Borbás) Jalas.
Papaver dubium L.
Reperto: segnavia n° 786 in alta Val Capra (Valstagna) [0036/3], 850 m, parete e cengia rupestre, 25.6.2019. Nuovo dato distributivo [0036/3]. Pur già riportato per il quadrante in cui ricade la presente stazione (Scortegagna et al., l.c.), in Altopiano è indicato come rarissimo in virtù dell’unico dato accertato relativo ai coltivi a riposo di Rotzo (Scortegagna, l.c.). Cresce sporadico su una parete di calcari grigi da cui irradia in una sottostante stretta cengia assolata e arida frequentata da ungulati selvatici, in quello che si delinea come un habitat di rifugio, destino comune a molte segetali debellate dalle aree coltivate. Nel nuovo sito si accompagna ad altre commensali come Papaver rhoeas L., Fallopia convolvulus (L.) Á.Löve, Erodium cicutarium (L.) L’Hér.
Persicaria hydropiper (L.) Delarbre
Reperto: Val di Melago sul fondo dell’avvallamento a W di C.ra di Melago (Asiago) [0135/2], 1140 m, margine di pozza d’alpeggio, 10.9.2019 (Herb. Tasinazzo). Nuovo dato distributivo [0135/2]. Si tratta di una sottile e ridotta lingua erbosa soggetta a sommersioni prolungate, marginale alla pozza d’alpeggio posta un centinaio di metri a valle della malga, ove si concentrano numerose specie localmente interessanti. Si ricordano la congenere Persicaria minor, molto rara anche a livello provinciale, nonché Alopecurus aequalis, già inserito nel precedente contributo (Fiorentin et al., l.c.) ma che qui va ad occupare un’ulteriore stazione collocata in un nuovo quadrante. Tra queste presenze s’inserisce anche P. hydropiper che qui cresce con una nutrita popolazione di qualche decina di esemplari. Nella contigua pozza d’alpeggio crescono poi anche Sparganium erectum e Spirodela polyrhiza di cui si dà notizia in questo stesso aggiornamento.
Phacelia tanacetifolia Benth.
Reperti: 1) a SW di C.da Bettinadi (Canove di Roana) [0134/2], 920 m, prato da sfalcio ai margini di coltivo di patate, 20.6.2018; 2) presso il bivio tra la S.P. n°72 e la deviazione per loc. Sisemol (Gallio) [0135/1], 1075 m, colture orticole, 30.7.2018.
Nuova segnalazione. Specie nordamericana introdotta per finalità mellifere, ma in altri casi impiegata come materiale da rinverdimento in scarpate (Argenti, 1994), si comporta anche localmente come specie avventizia casuale. In entrambe le stazioni era presente con qualche sparuto esemplare; nella seconda località è stata osservata anche nel corso del 2019.
Polypodium cambricum L.
Reperto: fondo della Val d’Assa nei pressi di grotta Belcugola (Valdastico) [0134/1], 480 m, massi, 9.10.2018. Nuovo dato distributivo [0134/1]. Felce eurimeditarranea limitata ai settori provinciali termicamente più favorevoli, Colli Berici e propaggini prealpine entro cui penetra nel fondovalle del Canal del Brenta (Scortegagna et al., l.c.) e, con il presente dato, anche in quello della Val d’Assa, tributaria della Val d’Astico. In precedenza la specie era stata indicata per l’area di studio per la località Covolo di Lusiana (Busnardo, 1994) e per Oliero (Busnardo & Lasen, 1994).
Primula elatior (L.) Hill subsp. elatior
Reperti: 1) top. Tiffgruba (Asiago), a NE della strada per Piazzale Lozze [0035/1], 1550 m, radura, 29.5.2012 (Herb. Fiorentin); 2) top. Stazio presso Bocchetta Slapeur (Foza) [0035/4], 1600 m, pascolo, 23.4.2015 (Herb. Fiorentin). Nuova segnalazione. Il complesso P. elatior – P. intricata ha subito alterne vicende a livello tassonomico; ancor oggi, nonostante studi a carattere molecolare suggeriscano un’autonomia specifica alle due entità (Şuteu et al., 2011), vari autori preferiscono ancora attribuire a P. intricata Gren. & Godr. un rango sottospecifico all’interno di P. elatior (P. elatior subsp. intricata (Gren. & Godr.) Widmer), approccio qui seguito. I caratteri morfologici utili alla loro separazione risiedono nella lamina bruscamente (anziché gradualmente) ristretta nel picciolo e nella presenza di soli peli semplici (anziché misti a ghiandolari brevi) in P. elatior s.s. (in P. elatior/intricata) (Prosser et al., 2009; Prosser et al., 2019). In alcune popolazioni altopianesi esemplari dalla conformazione fogliare tipica della subsp. nominale presentano ghiandole subsessili da abbondanti a molto rare o ne sono del tutto privi. Il quadro sembra deporre a favore della presenza della subsp. nominale affiancata da quella di forme di passaggio alla subsp. intricata, la sola nota e frequente anche nell’intero vicentino (Scortegagna et al., l.c.). D’altra parte nei contigui altipiani trentini e nella Valsugana vengono riportate entrambe le sottospecie (Prosser et al., 2019). P. elatior/elatior, appartenente al corotipo centro-europeo, sostituisce in toto la subsp. intricata sia in Friuli (Poldini, 2002) che nelle province di Bergamo e Brescia (Martini et al., 2012). La rarità riscontrata sulle prealpi vicentine trova invece conferma nel tipo di diffusione palesata sul M. Baldo (Pross er et al., 2009) ove essa appare pure molto localizzata e decisamente subordinata alla ssp. intricata, a delineare un quadro distributivo prealpino ancora da definire in modo compiuto anche perché influenzato dalla presenza di popolazioni dai caratteri intermedi di difficile attribuzione.
Primula matthioli (L.) V.A.Richt.
Reperto: rupi aggettanti su M.ga Galmararetta in sx idrografica di V. Galmarara [0035/3], 1770 m, base di rupe in canalone, 29.6.2019. Nuovo dato distributivo [0035/3]. Specie interpretata come relitto tardo-terziario per la flora europea (Pignatti E. & Pignatti S., 1983), ha nelle Prealpi Vicentine il limite meridionale nazionale del proprio ampio areale eurasiatico. Ivi nota fin da epoca storica e anzi descritta per la prima volta proprio su esemplari provenienti dal vicentino ‘… nel Vicentino in valle Stagna’ (Mattioli, 1544), fu in seguito osservata da svariati botanici in Val Frenzela, più precisamente nel sito più noto e reiterato della Madonna del Buso, sulla scorta della prima indicazione circostanziata ‘al buso’ riportata da Sternberg (l.c.). Le stazioni prealpine si collocano a quote submontano-montane raramente oltre i 1000 m, al più intorno a 1500 m di quota. Il sito inedito qui segnalato rappresenta pertanto anche la massima elevazione riscontrata per la specie a livello prealpino veneto, misura prossima ai dati riguardanti la diffusione in contesto dolomitico, ove pure la sua ecologia differisce.
Rapistrum rugosum (L.) All.
Reperto: presso il bivio tra la S.P. n° 72 e la deviazione per loc. Sisemol (Gallio) [0135/1], 1075 m, colture orticole, 30.7.2018. Nuova segnalazione. Specie legata alle vegetazioni antropogene di coltivi e habitat ruderali, tendenzialmente termofila, nel settentrione predilige le aree plano-collinari pur spingendosi sino alla fascia montana inferiore. Nel Vicentino non è noto per gran parte dell’alta pianura e per l’intera fascia prealpina (Scortegagna et al., l.c.), pertanto il presente rinvenimento costituisce un interessante precedente, pur nella constatazione che trattasi di un’isolata presenza costituita da poche unità.
Rhus typhina L.
Reperto: fondo della Val d’Assa ca. 1 km a E del cimitero di Pedescala (Valdastico) [0134/3], boscaglia alveale, 9.10.2018. Nuova segnalazione. Sono stati osservati 2-3 esemplari nella fascia boscata degradata interposta tra la carrareccia di fondovalle e l’alveo torrentizio. Se ne ritiene utile la segnalazione come contributo al monitoraggio della diffusione su scala locale e regionale di questa alloctona potenzialmente in grado di minacciare l’integrità di habitat e vegetazione naturale, già inserita nella Lista Nera di Svizzera (https://www.infoflora.ch/it/neofite/liste-e-schede.html) e Repubblica Ceca (Pergl et al., 2016) e nella Lista Grigia della Germania (Lauterbach et al., 2013). Indicata come avventizia nel Trevigiano già nella seconda metà dell’800 (Saccardo, 1863), in Italia nordorientale non è al momento tra le esotiche più aggressive, comportandosi come avventizia casuale o al più come naturalizzata.
Sabulina tenuifolia (L.) Rchb. subsp. tenuifolia
Reperto: Scalzeri (Pedemonte), lungo la carrareccia in sinistra idrografica che conduce verso Casotto, all’altezza della sbarra che vieta l’accesso ai veicoli [0033/4], 450 m, muretto a secco, 26.5.2018. Nuovo dato distributivo [0033/4]. Nel sito di rinvenimento la specie condivide gli spazi con Lathyrus sphaericus, cui l’accomuna anche il ruolo diagnostico attribuitole da Poldini (l.c.) nell’ambito di Vulpio-Crepidion. Termofila, raramente raggiunge il piano montano e le sue risalite entro le valli prealpine si limitano ai settori più esterni; a tal riguardo il sito accertato in Valdastico costituisce la massima penetrazione endovalliva vicentina.
Solidago canadensis L.
Reperti: 1) fondo della Val d’Assa nel tratto a monte di Pedescala (Valdastico) [0134/1, 0134/3], tra 350 e 420 m, habitat ruderali tra la carrareccia e l’alveo, 9.10.2018; 2) c/o ponte sul Ghelpach all’altezza della partenza del sentiero didattico (Canove-Roana), [0134/2], 900 m, piazzali e versanti di cave ripristinate, 10.9.2019 Herb. Tasinazzo.
Nuova segnalazione. Specie invasiva inserita nelle liste nere di svariati Paesi centroeuropei che se ne sono dotati (Svizzera, Germania, Rep. Ceca ecc.), risulta meno frequente rispetto alla congenere S. gigantea Aiton. Inserita nella ormai datata checklist vicentina (Curti & Scortegagna, 1998), nel successivo atlante provinciale viene relegata tra le avventizie effimere e dipendenti dalla coltura (Scortegagna et al., l.c.). Non è così sull’Altopiano ove la specie è stata rinvenuta abbondante in corrispondenza dei ripristini di cava in sinistra idrografica del T. Ghelpach nei pressi del ponte sull’omonimo torrente. I rinvenimenti nella bassa Val d’Assa, nei pressi dello sbocco in Val d’Astico, delineano un verosimile continuum nella distribuzione locale e un quadro di incipiente, se non già avvenuta, naturalizzazione.
Sparganium erectum L.
Reperto: Val di Melago ca. 100 m a W di C.ra di Melago (Asiago) [0135/2], 1140 m, pozza d’alpeggio, 10.9.2019. Nuovo dato distributivo [0135/2]. Al pari di altre igrofite gioco forza rare in Altopiano per la scarsa disponibilità di aree umide che ne costituiscono il naturale habitat di crescita, è stata osservata abbondante nella pozza sul fondo di Val Melago all’altezza dell’omonima malga ove cresce copiosa con Spirodela polyrhiza e Glyceria notata Chevall.
Spartium junceum L.
Reperto: SP 349 del Costo, poco oltre il 7° tornante salendo (Cogollo del Cengio) [0234/2], 700 m, scarpata stradale, 12.7.2018. Nuova segnalazione. Due esemplari della specie sono stati osservati nell’habitat rimaneggiato interposto tra la carreggiata e un sovrastante brometo, a delineare una presenza interpretabile come casuale e dovuta a inselvatichimento.
Spirodela polyrhiza (L.) Schleid.
Reperti: 1) ca. 300 m a SE di C. Bettinadi (Roana) [0134/2], 920 m, stagno, 20.6.2018; 2) Val Chiana ca. 400 m dal bivio per Campomezzavia-Asiago (Asiago) [0135/4], pozza d’alpeggio, 20.7.2018; 3) ca. 100 m a S e ca. 100 m a W di C.ra di Melago (Asiago) [0135/2], 1140 m, pozze d’alpeggio, 9.6.2019; 4) ca. 200 m a N di C. Ferro (Asiago) [0135/1], 1025 m, stagno, 21.6.2019; 5) tra Lèghen e Bertigo (Asiago) [0135/1], 1085 m, pozza a bordo strada provinciale 72, 29.6.2019. Nuovi dati distributivi [0134/2, 0135/4]. Rara specie distribuita nella porzione meridionale della provincia vicentina, salvo sporadiche eccezioni, una delle quali riguardante proprio l’Altopiano. Riportata genericamente da Rigoni (l.c.), la sua presenza viene in seguito riferita per la sola località Bertigo (Scortegagna, l.c.). I nuovi dati accrescono il numero delle stazioni accertate, estendendo la sua presenza all’altopiano meridionale. La prima stazione si configura di particolare interesse naturalistico, in quanto si riferisce allo stagno alimentato dalle acque dei lavatoi Réndela, non sottoposto a fruizione zootecnica diretta e con una composita struttura vegetazionale, habitat unico nel suo genere nel panorama altopianese. Una descrizione per molti versi simile è applicabile anche all’ultima stazione, impreziosita tra l’altro dalla presenza di Carex canescens L.
Sporobolus indicus (L.) R.Br.
Reperto: 7° tornante della strada Salcedo-Velo, in corrispondenza del bivio per C.da Covene (Lusiana) [0235/1], 520 m, superficie erbosa in scarpata stradale, 20.8.2018. Nuova segnalazione. Specie originaria dell’Asia tropicale e oramai naturalizzata, ma senza tratti d’invasività (Banfi & Galass o, 2010), non è inclusa nella checklist dell’Altopiano (Scortegagna, l.c.), ma riportata per l’area di base in cui ricade la presente stazione (Scortegagna et al., l.c.). Il sito di rinvenimento si trova poco a monte di loc. Ponte (Salcedo) e quindi del confine con gli affioramenti a prevalenza di vulcaniti basaltiche (Dal Piaz et al., 1946) che delimitano il passaggio alla fascia collinare pedemontana strutturalmente esterna all’Altopiano (Barbieri & Grandesso, 2007).
Sporobolus neglectus Nash
Reperto: fondo della Val d’Assa ca. 500 m a E del cimitero di Pedescala (Valdastico) [0134/3], 350 m, margine di carrareccia a fondo ghiaioso, 9.10.2018. Nuova segnalazione. Specia alloctona in espansione, la cui diffusione in Italia viene ritenuta ancora limitata, tale da suggerirne l’inserimento tra le aliene candidate ad essere incluse nella lista nazionale delle specie da monitorare in modo stringente, prevista dal Regolamento EU n. 1143/2014 (Lazzaro et al., 2019). La stazione si colloca nella parte terminale del fondovalle della Val d’Assa, ove colonizza margini e microbassure in piazzole stradali soggetti a ruscellamento e temporaneo ristagno d’acqua, come di prassi in questa piccola poacea di origine nordamericana.
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